Meno forza lavoro più spesa sociale e sanitaria: la denatalità distruggerà l’Italia

di Bruno Volpe

IL PROFESSOR FILIPPO MARIA BOSCIA, PRESIDENTE DEI MEDICI CATTOLICI ITALIANI: “SE PROSEGUE QUESTA TENDENZA SIAMO DESTINATI AD ESTINGUERCI”

Un’inchiesta di Tuttoscuola, pubblicata di recente, ha rilevato che in un breve lasso di tempo in Italia, dieci anni, avremo 2.600 scuole in meno. Lo si deve a due fattori entrambi preoccupanti: denatalità per un verso e abbandono scolastico (specie al Sud) per l’altro. Relativamente al problema della denatalità, abbiamo intervistato uno che del tema se ne intende, il professor Filippo Maria Boscia, ginecologo, ostetrico e andrologo, Presidente dei Medici Cattolici Italiani.

Professor Boscia, la denatalità è ormai un problema serio…

“Possiamo parlare di dramma, tanto è la progressiva e preoccupante riduzione delle nascite. Se prosegue questa tendenza, che ripeto è problematica, siamo destinati ad estinguerci, almeno in Europa e negli altri Paesi considerati opulenti, come gli Stati Uniti o al Canada. Ne abbiamo del resto parlato recentemente ad un convegno a Roma alla presenza del Presidente dell’Istat che ha mostrato dei diagrammi chiari e direi inquietanti”.

Che cosa dicono questi dati?

“Oggi la forchetta si è invertita, la cosiddetta soglia di rimpiazzo è scesa. In poche parole, i deceduti superano i nati. Il dato esatto? 12.000 nati e 19.000 defunti, siamo a meno settemila unità. E’ un bilancio in passivo e non credo che neanche la tesi del rabbocco con i migranti sia di giovamento. Le cause sono tante e diverse”.

Qual è, a suo giudizio, la principale conseguenza della denatalità?

“Ve ne è una di natura economica che sfugge: si abbasserà di molto il P.I.L., anzi crollerà. Non dimentichiamoci che natalità ed economia sono collegate, più anziani e meno giovani significa riduzione della forza lavoro e aumento della spesa sociale e sanitaria. Poi molto dipende dalle abitudini e stili di vita”.

Che cosa intende dire?

“Siamo tutti diventati più egoisti. L’età media delle partorienti è 35 anni, ci si sposa tardi perchè siamo diventati egoisti, vogliamo goderci la vita ed un bambino in effetti rappresenta un freno a questo godimento. Aggiungo, e non è secondario, che l’inquinamento atmosferico ha elevato la infertilità maschile. A tutto questo aggiungiamo la contraccezione, la pillola gratis e il ricorso all’aborto. La maternità non voluta, rigettata e ritardata è un pessimo messaggio, noi dobbiamo ripensare alla vita”.

Magari è un problema economico se il figlio al posto di essere visto come un bene prezioso è considerato un pericolo…

“Non è così. Intanto occorrono politiche che riducano gli aborti, poi è indispensabile una via dell’accudimento e riscoprire l’etica della sobrietà perché è mutata la cultura. Il figlio sicuramente costa, sacrifici e rinunce. Un bambino è automaticamente cancellazione del diritto alla vacanza o al ristorante perché bisogna fare delle scelte, riduce la possibilità di spesa. E non penso proprio come si voleva fare in Puglia che dare 5000 euro alla donna che non abortisce risolva il problema, così si banalizza e monetizza un problema serio, e soprattutto la famiglia che al contrario va sostenuta”.

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