La città col sindaco para comunista e la figlia rivoltosa sottoposta al coprifuoco

 

Il presidente del sindacato di Polizia di New York City ha scritto in una lettera ai suoi: “So che stiamo perdendo la città”.

La città che non dorme mai sottoposta al coprifuoco, per strada l’anarchia, uomini  e donne colpiti da pietre, agenti di polizia presi a pistolettate o a coltellate, automobili incendiate, vetrine distrutte, negozi saccheggiati. Chi viene arrestato viene subito rilasciato, pronto a ritornare sulla scena grazie alle nuove leggi pro criminali e al compagno Covid.

“Black Power” e “Arab Power”, non sono richieste di giustizia ma dichiarazioni di guerra. E Dio sa quanto tutto questo fosse facilmente prevedibile, col sindaco para comunista e la figlia rivoltosa.

Lo stesso Cuomo che fa parte della stessa famiglia politica se ne è accorto, ma è solo uno squallido gioco delle parti. E lo stesso Trump può poco, troppo poco.

Fa male al cuore per chi ama e conosce New York ma vista la piega presa non ci poteva essere altro finale, a me bastava osservare il controllo massiccio e scientifico del territorio, blocco per blocco, delle sentinelle arabe attraverso i banchetti dello stretto food che a Manhattan sono tutti Halal. Nulla avviene per caso, si tratta di un investimento enorme e tecnicamente impossibile da attuarsi senza complicità. Dovrebbe far riflettere in tempo di pace, ma ti danno del razzista e allora tutti con la testa sotto la sabbia.

Solo che poi in tempo di guerra è tardi. A ben guardare era davvero solo questione di tempo e di innesco della miccia.

Eppure se queste immagini incredibili ci sono in qualche modo familiari è anche grazie a film come Joker, che un po’ anticipano i tempi e un po’, soprattutto, fanno da megafono alla propaganda. Basta ripercorrerne mentalmente la trama, a quali conclusioni conduca per mano lo spettatore che alla fine parteggia per i criminali contro se stesso come se dovesse scontare una colpa che non ha. Suona familiare? Provate a scrivere che non c’è nulla di male nell’essere bianchi e poi mi fate sapere.

In questo circo propagandistico a se senso unico che continua, che prescinde dai fatti, dai dati, dalla realtà. Dove abbiamo bianchi contro neri, femmine contro maschi, dove i cattivi sono i tutori dell’ordine e i buoni sono i saccheggiatori.

In uno schema sempre uguale a se stesso, che porta per esempio al totale oscuramento delle voci dei leader e persone comuni di colore che si oppongono ai metodi violenti del movimento Black Lives Matter e da Antifa, entrambi con legami con Soros e la MB, che operano per dividere e distruggere per prime la comunità afroamericana.

E vi dico che le cose andrebbero anche peggio se i rivoltosi non sapessero che molti americani sono bene armati e così forse ora avranno capito tutti perché con l’avvento del virus di Wuhan la gente di buona volontà ha pensato a come eventualmente proteggersi, dalle bande di Soros e dal super governo che questi nemici del popolo avrebbero in mente, usando il compagno Covid e se necessaria la guerra civile.

Lo dico guardando affranto New York e pensando al futuro che verrà, quando a bruciare saranno le città italiane ed europee. Per lo meno negli Stati Uniti un raggio di speranza c’è ancora.

LORENZO CAPELLINI MION

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Quando a New York è stata approvata la legge che consente l’aborto fino al nono mese, c’è stata una voce in aula che ha gridato: “Che Dio ci aiuti!”
Non aggiungo altro.

È di tutta evidenza ormai che il demonio domina il mondo. Finora ha agito soprattutto con l’arma dell’inganno, ora sta ormai agendo alla luce del sole ed in modo del tutto palese. Covid, islam violento, rivolte, mentre Hong Kong sta passando, chissà perché, in secondo piano. Un poliziotto assassino, guidato chissà da chi, ha aperto le danze e satana ci si è infilato con tutta la coda.