“L’unica Chiesa che illumina è una Chiesa che brucia”. Il manifesto choc degli abortisti

Qualche centinaio di persone, rispettando parzialmente i divieti di assembramento dovuti all’emergenza Covid-19, hanno manifestato a Perugia a favore della morte, cioè a favore dell’aborto.

Sono scese in piazza per protestare contro la delibera con cui la Regione Umbria, guidata dalla presidente Donatella Tesei, ha cancellato la possibilità di effettuare una interruzione volontaria di gravidanza farmacologica al proprio domicilio o in regime di day hospital.

Una azione pro-vita coraggiosa quella della Regione Umbria che, evidentemente, non è piaciuta a chi vuole continuare a impegnarsi a favore della cultura della morte.

Tanti gli striscioni provocatori. Su uno c’era scritto “TeSei la peggio ma col Pd non era meglio”, su un altro:“Più pillole, meno Pillon”.

Alla manifestazione a favore dell’aborto hanno partecipato, tra gli altri, il portavoce nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Frantoianni e gli esponenti del Partito Democratico Walter Verini e Valeria Cardinali, oltre a consiglieri regionali e comunali del centro-sinistra.

“La sinistra democratica e inclusiva è andata in piazza a Perugia per sostenere il diritto della donna di esser lasciata sola, con il rischio di emorragie e infezioni”, ha commentato il senatore della Lega Simone Pillon che ha concentrato la sua attenzione non sui manifesti che lo riguardavano ma su un messaggio agghiacciante proposto dai manifestanti: “L’unica Chiesa che illumina è una Chiesa che brucia”.
“Non ho paura delle idee diverse dalle mie. Sono però molto preoccupato per la violenta stupidità. È quella che ha portato milioni di martiri dal 33 d.C. ad oggi”, ha commentato rammaricato il senatore Pillon.

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