Dopo tre anni di assedio, terribile fu la distruzione di Gerusalemme nel 587 a. C. ad opera dei Babilionesi.
Lo stesso sarà nel 70 d. C. ad opera dei Romani: governanti uccisi, tempio dato al fuoco, così le case dei nobili, mura demolite, popolo deportato.
La città gloriosa rimarrà per secoli come un povero villaggio, abitato da gente umile e incapace di alzare la testa contro la dominazione straniera.
Inutili i duri richiami dei profeti, come Geremia e più tardi le forti parole di Gesù. L’ultima volta, egli pianse su Gerusalemme e ne profetizzò la svenutura, “perché non hai saputo riconoscere il tempo in cui sei stata visitata” (Lc 19,44).
Lo stesso accadrà alla cristianità di oggi: hanno rigettato il Signore e dato il loro cuore agli idoli dei pagani: nemici potenti verranno da lontano e la porranno sotto assedio, il loro tempio sarà demolito e la loro casa sarà lasciata deserta.
Oggi il castigo sarà più pesante, perché si è arrivati a dare culto ai demoni.
Il lebbroso che ha il coraggio di farsi toccare da Gesù sarà guarito.
Così il peccatore che si lascia illuminare dalla luce di Dio: riconosce i suoi peccati e chiede l’aiuto della grazia.
Dio ha pietà e perdona. Rimane l’obbligo di farsi vedere dal Sacerdote come già guariti dalla lebbra del peccato.
Allora egli assolve e rimette nella comunione dei Santi.
Padre Giuseppe Tagliareni