Shemà. “L’autorità di Gesù si concretizza nelle guarigioni e nei miracoli”

 

Informazione Cattolica ospita la rubrica Shemà (che in ebraico vuol dire “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno a cura della teologa Giuliva Di Berardino*. Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

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IL VANGELO DEL GIORNO: Mt 8, 5-17 sabato 27 Giugno 2020

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”.

Il tema che viene considerato in questo testo del Vangelo di oggi è l’autorità di Gesù. Il Vangelo ci mostra che la salvezza di Dio che passa attraverso l’autorità di Gesù si concretizza nelle guarigioni e nei miracoli, ma non perché Gesù sia un guaritore, quanto piuttosto perché Gesù è il salvatore. La conclusione di questo testo vuole proprio portarci a meditare su questa particolare autorità di Gesù, attraverso la ripresa delle parole del profeta Isaia, che annunciavano la salvezza d’Israele attraverso la figura di un Messia-Servo del Signore, profezia che ricorre in diversi punti del Libro di Isaia (Is 53,4; cf. Is 42,1-9; 49,1-6; 50,4-9; 52,13-53,12). Il testo che meditiamo oggi lo afferma in modo evdente: Gesù è il Messia-Servo che prende su di sè le malattie e le infermità. Sono due i racconti di guarigione nel testo, oltre alle molte altre guarigioni che vengono solo citate. Tutte queste guarigioni confermano la particolre autorità di Gesù, ma il racconto che prende più spazio nel testo, ci fa comprendere meglio quanto Gesù eserciti il potere (in greco exusia, che vuol dire anche autorità), nel renderci servitori l’uno dell’altro. Il Messia-Servo di Dio, che salva attraverso il dolore e la sofferenza, che prende su di sè il male del mondo, fa di noi dei servitori, diakonoi, in greco. L’autorità di Gesù si esercita quando diamo a Lui la gloria perché noi tutti possiamo partecipare alla Sua diaconia, nel servizio reciproco, che ci salva. Ecco allora che il dialogo col centurione ci mostra proprio tutto questo. Troviamo un centurione pagano, uno straniero per Israele, che chiede a Gesù la guarigione del suo servo. Già troviamo un principio importante, un dato insolito: un centurione chiede per il suo servo, un padrone che si fa servo del servo malato. ecco perché Gesù risponde subito a questa richiesta, con una risposta semplice, concisa e chiara: “Io verrò e lo curerò!”. Di fronte all’amore che questo padrone dimostra per il suo servo, arrivando ad umiliarsi davanti a un rabbi giudeo, Gesù risponde. Ma questa risposta sorprende, perché un rabbi giudeo non poteva entrare nella casa di un pagano, neppure il centurione si aspettava che Gesù avesse risposto un quel modo e, invece di chiedere spiegazioni a Gesù, ancora fa un atto più grande: assume anche davanti a Lui l’atteggiamento del servo e si umilia, dà precedenza al Maestro, lo investe della sua autorità di subalterno e conferisce a Gesù l’autorità di guarire il suo servo solo attraverso la parola. Un centurione pagano dà a Gesù l’autorità che ha Dio, che crea con la parola. Il centurione riconosce che Gesù può parlare al cuore e guarire il corpo, risanare le ferite, rimettere in piedi un uomo o una donna stesi al letto a causa della malattia, affinché tutti diventiamo servi gli uni degli altri. Se Gesù è il Signore, allora può guarire con la parola, se Gesù è il Signore posso dagli l’autorità che gli spetta, se Gesù è il Signore, allora posso servire gli altri, come Lui ci ha insegnato. Mettiamoci allora, oggi, sotto la signoria di Gesù, perché possiamo riconoscere sempre la Sua opera di guarigione anche nelle nostre vite e servire gli altri, come Lui ci ha insegnato. Mettiamoci nell’atteggiamento di questo centurione e ripetiamo oggi: Gesù, oggi scelgo di dare a Te l’autorità sulla mia vita, perché tutto di me possa manifestare la Tua gloria e io sia servo di tutti. Buona giornata!  

 

 

GIULIVA DI BERARDINO

 

 

 

* Giuliva Di Berardino, laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la “Licenza ad docendum” in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Dopo aver vissuto alcuni anni in Francia,insegna danza di lode e di adorazione. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia” (ed. dell’Immacolata), in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. Insegnante Religione Cattolica nella scuola pubblica ed è Pedagogista del movimento e liturgista.

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Giulia, sei una donna splendida! I tuoi commenti al Vangelo sono come petali di rosa: delicati e profumati!