Il c.d. “Best Interest” dei nostri giovani in materia contraccettiva

Il c.d. “Best Interest” dei nostri giovani in materia contraccettiva

Quello della contraccezione è un tema delicato, con qualche rischio di essere trattato in un articolo breve e necessariamente approssimativo come quello che state leggendo. Prendendo spunto dalla lettera di una giovane pubblicata su un sito dedicato alla c.d. “educazione sessuale”, credo però utile sottolineare un aspetto positivo, una piccola parte di verità che, nonostante le tare ideologiche e la confusione culturale di certi “ambienti” (anche mediali), comincia piano piano ad emergere, almeno dal punto di vista della corretta informazione sanitaria.

Ecco il fatto. L’anonima ragazza cui ho accennato sopra, in procinto evidentemente di iniziare le sue vacanze estive, chiede questo agli “esperti” del sito (italiano) specializzato in “sessualità e affettività”: «In viaggio qual è il contraccettivo più comodo e sicuro?». Dopo aver sciorinato una serie di “consigli”, naturalmente privi di qualsivoglia considerazione di carattere etico-morale, il c.d. esperto si sente (grazie a Dio) in dovere di aprire alla giovane uno squarcio su un mondo spesso loro censurato, quello delle malattie sessualmente trasmissibili (MST),dette anche infezioni sessualmente trasmesse (IST). Si tratta d’infezioni che si trasmettono per contagio diretto tramite contatto sessuale e, se solo un decimo del bombardamento sulla prevenzione che ci viene imposto ogni giorno sul Covid venisse dedicato a quest’altro tipo di virus, penso che il diritto alla salute dei nostri giovani (e meno giovani) sarebbe di gran lunga di più tutelato. Concludendo quindi la sua risposta, l’esperto ritiene «bene ricordare che nessuno di questi metodi [anticoncezionali] protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili[…]. Ti suggeriamo di parlarne con il tuo ginecologo e trovare insieme il metodo giusto che fa al tuo caso. Un caro saluto e buon viaggio!».

Ma gli effetti del dilagare della mentalità contraccettiva, come recentemente osservato da Lodovico Pontoni, dell’associazione pro-life Universitari per la vita(https://universitariperlavita.org/), sono invece sempre più evidenti in tutta Europa e, in particolare, nella “civilissima” Gran Bretagna. In questo Paese, infatti, «già nel 2012 fece molto discutere l’iniziativa, nell’ambito di una campagna governativa promossa dal Solent NHS Trust – una sorta di Asl di Southampton – di diminuire drasticamente le gravidanze indesiderate tra le teenager facendo applicare dei contraccettivi ormonali alle studentesse di alcune scuole superiori della città in assenza di previo consenso da parte dei genitori. In questo modo, oltre all’etica pubblica, è stato violato di fatto anche il sacrario dei diritti/doveri di quella che è (e dovrebbe rimanere tale) la prima “agenzia educativa” della società, ovvero la famiglia. Ma le cose non sono cambiate negli anni successivi, anzi! Nell’ottobre del 2019 ha destato per esempio scandalo la notizia della decisione della Court of Protection di Londra, a seguito di un’istanza presentata da alcuni medici inglesi, di imporre ad una ventenne di origine nigeriana con ritardo mentale l’inserimento forzoso di un dispositivo contraccettivo. Ciò è arrivato dopo che nel precedente mese di giugno, il giudice Lieven aveva emesso una sentenza in forza della quale la ragazza, che era incinta e non ritenuta idonea ad accudire un bambino, doveva essere sottoposta ad un aborto forzato. Questa sentenza è stata poi ribaltata dalla Corte di appello che ha permesso il proseguimento della gravidanza con contestuale critica della decisione del giudice Lieven. A seguito di questa spiacevole vicenda la domanda che per l’ennesima volta ci facciamo è la seguente: può il cosiddetto “Best Interest” prevalere su tutto? Può prevalere sempre e comunque? Può violare anche la volontà, la coscienza di un essere umano innocente? La risposta chiaramente è NO» (Lodovico Pontoni, I veleni della contraccezione, in“Il Corriere del Sud”, n. 9, anno XXVIII, Crotone 30 novembre 2019, p. 3).

Ritornando agli anticoncezionali ed alla vera “educazione sessuale” che i ragazzi e le ragazze italiani dovrebbero sentire in merito, essa dovrebbe rispondere all’imperativo così espresso dalla pediatra e psicoterapeuta americana Meg Meeker, autrice di best seller negli Stati Uniti e madre di quattro figli: «il sesso non è solo una funzione corporale: è profondamente legato ai sentimenti, ai pensieri e al carattere delle ragazze. […] I genitori hanno quindi la responsabilità di insegnare che cosa dovrebbero aspettarsi o che tipo di comportamento esigere dai loro amici maschi» (“Papà, sei Tu il mio Eroe”. 10 segreti per papà con figlie che crescono, Edizioni Ares, Milano 2012, p. 101).

 

GIUSEPPE BRIENZA

 

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