“Governo incompetente oltre qualsiasi soglia di imbarazzo”

Come sempre in Italia manca uno sguardo sulla realtà in prospettiva familiare. Non si può dire ai genitori che torneranno a lavorare mentre i figli non torneranno a scuola. Non è questione di essere d’accordo o meno: è semplicemente infattibile dal punto di vista pratico, specialmente quando i nonni non possono aiutare per evitare il rischio contagio.

La società non è fatta di categorie individuali, è fatta – innanzitutto – di famiglie. Si parla astrattamente di apposite Fasi 3 per lavoratori e apposite Fasi 3 per studenti come se, nella realtà, non stessimo parlando di padri, madri e figli che vivono sotto lo stesso tetto e devono coordinare le loro vite (dicasi “Famiglia”). Un ingranaggio gira se tutte le rotelle girano all’unisono.

All’interno di un Governo a mio parere incompetente oltre qualsiasi soglia di imbarazzo, il Ministero dell’Istruzione è sicuramente quello più allo sbaraglio. Hanno chiuso le scuole da un giorno all’altro delegando tutto alla buona volontà di famiglie e docenti. Ogni tanto se ne escono con 20 computer regalati di qua e 30 tablet dillà. Una virtuale pacca sulle spalle e tanti auguri, cavatevela carissimi! Dicono “tutti promossi” non per benevolenza o per giustizia, ma per scrollarsi di dosso qualsiasi responsabilità. Bella morale.

Qualcuno è riuscito persino a dire che la didattica online è “la scuola del futuro”. Già perché gli adolescenti non sono già abbastanza immersi nella comunicazione mediata né sono abbastanza connessi. D’altro canto se si può pregare dal cesso, come dice Fiorello, perché non stare in aula con la testa sul cuscino. Tra un po’ ci scorderemo di avere 5 sensi.

Il Ministro Azzollina dovrebbe umilmente ammettere la sua totale incapacità di gestire il sistema scolastico in questa crisi (non è una colpa, se non si persevera) e cedere le redini a persone più capaci e competenti, che abbiano una visione solida su come organizzare il futuro dell’istruzione di milioni di alunni e studenti, sapendo che sono connessi a una realtà familiare. Ci serve un Preside al Ministero: una persona che sappia cosa significa trovare la quadra tra esigenze di lavoro, di famiglia e di istruzione. Se davvero si vuole “uscire migliori” da questa crisi, come tanto si proclama, la si sfrutti per mettere in campo una vasta riforma sulla conciliazione famiglia-scuola-lavoro. Tutto passa da lì in tempi normali, e tanto più nelle emergenze.

FILIPPO SAVARESE

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