Dio c’è e a suo tempo interviene. L’uomo di fede lo sa e attende

Con Dio ci vuole pazienza. Egli apparentemente tace, “mentre l’empio ingoia il giusto” (Ab 1,13).

Abacuc, vissuto al tempo del profeta Geremia, assiste al crollo delle istituzioni e alla devastazione di Giuda.

“Non ha più forza la legge né mai si afferma il diritto. Il malvagio infatti raggira il giusto e il diritto ne esce stravolto” (1,4).

Dio permette che non si faccia giustizia in tribunale e che il popolo feroce dei Caldei opprima il suo popolo. Ma perché non interviene? Egli, i cui occhi non possono vedere il male?

Il profeta si mette come sentinella per spiare le mosse di Dio. E Dio non lo delude e gli risponde di attendere con fiducia: “Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede” (2,4).

Molti si lamentano del male e alla fine negano che vi sia un Dio giusto a reggere la storia. Perché Dio permette il male e non interviene subito? Ora a Dio non si chiede perché. O si crede e si accetta il suo mistero, oppure ci si condanna all’assurdo.

Dio c’è e a suo tempo interviene. L’uomo di fede lo sa e attende.

A Dio nulla è impossibile e così anche a chi ha fede.

La vera fede sposta le montagne. In tempi di pestilenze, gli antichi sacerdoti spalancavano le chiese e i fedeli facevano voti e processioni: la liberazione non tardava.

Oggi, le cose sono cambiate: le chiese si svuotano perché mancano i fedeli; si chiudono, perché c’è il virus. Che fine ha fatto la fede?

 

Padre Giuseppe Tagliareni

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