I tanti amici di San Rocco, il museo a lui dedicato e la ricerca di un vescovo benevolo
Nel ridente paesetto campano di Capriati a Volturno, proprio sulla strada che porta alla piazza principale, c’è la sede del Museo di San Rocco, voluto fortissimamente e creato da Fratel Costantino De Bellis, laico, consacrato, custode delle reliquie del Santo e suo Procuratore.
Entrar nel piccolo museo è come far due passi al calduccio della santa devozione che, per secoli, ha acceso la memoria del “virologo di Dio”, il piccolo-grande francese di Montpellier che combatteva a mani nude la peste, che fu appestato lui stesso e che guarì, grazie al pane che gli portava ogni giorno un piccolo cane, nelle mani del Signore.
Domenica scorsa, dunque, partita mentre il sole ancora faceva colazione, eccomi arrivar al Tocco nel Museo che è frutto vero e amoroso dei tanti amici di San Rocco che vivono in giro per il mondo. Dalla lontana India alla vicina Svizzera, dalla Francia all’Australia. Chi mi accompagna tra le tante, stupende statuine devozionali del Santo, le reliquie, le statue della Madonnina, mi assicura, in un buffo italiano meridionale meticciato d’inglese, che gli iscritti all’Associazione sono 30 mila. E tutti quanti amano devotamente il Santo. Io pure con loro anche se non sono iscritta all’Associazione.
Fratel Costantino non è presente, chiamato com’è dalla sua missione apostolica in giro per il mondo. Questa volta è a La Spezia e mi ha mandato i suoi cari saluti con un vocale su Whatsapp, come facciamo tutti, in semplicità.
Così, insieme alla mia amica Carla Del Ciotto, che è bravissima fotografa (ed è l’autrice delle foto di questa pagina), giro per le tante stanze, in pura estasi di devozione, mentre altrettante deliziose musiche sacre accompagnano, nel buio, il nostro andare. Ci accolgono le cappe dei devoti, ispirate al sanrocchino, con il bordone, la conchiglia-bicchiere, la zucca cava. C’è un completino anche per bimbo: una delizia!
Mi fermo, addentrandomi nel dedalo di stanze, ad ammirare una Madonnina addolorata, coperta dal mantello nero del Venerdì Santo. E’ la stanza, mi spiega l’accompagnatore, della Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Capriati. C’è una Madonnina, vestita in giallo oro, con il Bambino-Re in braccio, che ha i capelli sciolti come l’Immacolata Concezione.
In un’altra stanza ci sono, custodite in teche di vetro, intere collezioni di statuine di Santi, che fatico, lo ammetto, a riconoscere. E mi pare di ritrovarmi nella chiesa dei Santi Quattro Coronati, tanti anni fa, quando, a collo torto cercavo di dar lume e nome a tutti i Santi d’oro della stupenda abside… Ma ovunque, in quadri, oggettini, statuette, campeggia il nostro San Rocco, pellegrino di Dio, guaritore, mistico, uomo della Santa Provvidenza.
Mi fermo in preghiera davanti a lui, disteso in una bara di vetro… Ma avanti, con il pensiero a Fratel Costantino che, fino a gennaio scorso, viveva a Roma, nella chiesa intitolata al Santo che è a Piazza Augusto imperatore e che ora, per incomprensioni con il nuovo rettore, ha dovuto fare i bagagli e vive proprio a Capriati, vicino al suo museo. Non commento, per carità, questa notizia che mi fa andar con il pensiero ad altre incomprensibili ingiustizie…
In fondo, in fondo, proprio lì dove termina il museo mi trovo faccia a faccia con una teca di vetro dove splende, in bellezza e gioventù, il manichino di un Vescovo. Snaso, avvicinandomi di più e vedo che c’è anche la fotografia di un Vescovo, Pietro Farina, che è volato in cielo e che è stato per anni, come ho letto, “padre e amico” di Fratel Costantino.
E’ stato grazie al Vescovo di Caserta, Pietro Farina, che l’Associazione europea di San Rocco “si è fatta chiesa”. E lo prova il documento appeso nella teca, che è il decreto vaticano che l’approva. E ora? Già, e ora?
E’ dal 2014 che Fratel Costantino cerca un Vescovo che prenda sotto la sua ala “con paterno affetto e paterna benedizione”, l’associazione, orfana di Monsignor Farina. E ancora, nulla. Possibile, mi domando. Sì e brucia la ferita.
E mentre raccolgo anche il grido di dolore del mio accompagnatore, è tempo di passare al negozietto dove compero una bellissima statuetta di San Rocco che si aggiunge alla collezione dei miei Santi, delle mie Madonnine, dei miei Bambinelli, che mi guardano da dietro la vetrina delle meraviglie che mi regalò, tanti anni orsono, la mia nonna Lisetta.
Benedetta de Vito