C’è un abisso incolmabile tra la sapienza del Vangelo e il mondo: i veri cristiani per seguire Cristo prendono la via della croce e sono giudicati stolti dalla gente mondana.
Ma stoltezza e debolezza di Dio sono ben superiori alla sapienza del mondo. Cristo infatti, è “sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione” (1Cor 1,30).
Avendo vinto la morte, Gesù dimostra di possedere la scienza della vita, che nessun altro possie de, se non Dio. Perciò, quelli che lo seguono, sono pienamente giustificati, redenti e santificati. Essi vedranno Dio.
Oggi la Chiesa ricorda pure il martirio di S. Giovanni Battista: per fedeltà a Dio e al suo Cristo egli fu decapitato da Erode, che egli rimproverava per il suo adulterio con Erodiade. Lì per lì, il tiranno vinse. Ma quella voce che grida: “Non ti è lecito!” nessuno può farla tacere. È infatti, voce di Dio. Oggi prevale la sapienza della carne; per questo tutto è diventato lecito; ma davanti a Dio non è così.
I talenti ricevuti da Dio, (la vita, la famiglia, il tempo, la salute, la cultura, la fede, il Vangelo, la Messa, le buone amicizie, i pellegrinaggi, la comunità, etc.) vanno esercitati a gloria del Donatore. Chi lo fa, entrerà in possesso della gioia del suo Signore.
Guai invece, al servo pigro e indolente: “pianto e stridore di denti” saranno la sua eredità.
Padre Giuseppe Tagliareni