Le toccanti “parole” di un bimbo che si trova all’interno della pancia della mamma
Ricevo, per conoscenza, una “lettera” da parte di una cara “figlia”, G. M., che, sensibile al tema della vita nascente, ha messo su carta quelle che potrebbero essere “le parole” di chi non ha voce: un bimbo nel grembo materno.
Facciamole nostre.
Sono nostre e di tutti coloro che amano la vita umana fin dal suo inizio…
Buona vita a tutti.
Padre Enzo Vitale
Lettera di un bimbo che si trova all’interno della pancia della mamma
Cara mamma, sono io.
Impossibile non riconoscermi.
Tra tutti, sulla terra, sei l’unica a conoscermi veramente.
Sono piccolo come una perla all’interno di un’ostrica su una vastissima spiaggia assolata.
Sembro invisibile, quasi non esistere, ma invece non è così.
Ci sono.
E tu lo sai che ci sono.
Tu riconosci che ci sono, ma molte altre mamme non mi riconoscerebbero (fino a quando non mi vedrebbero nascere).
E tu devi dirlo, mamma!
Devi gridare a gran voce che io esisto!
In fondo, so che nella propria coscienza ciascuna mamma sa che esisterei ma non tutte vorrebbero riconoscermi.
Dopo Dio, sei stata la prima a sapere della mia esistenza.
Esisto perché ad esserci, dentro te, sono le pulsazioni del mio cuoricino.
Nonostante io possa inizialmente essere un microrganismo: ci sono.
Nonostante molti affermano e vogliono far credere agli altri che io, in quanto piccolo, non esisto… tu sai, mammina, che non è così!
Conosci i miei vagiti, i miei movimenti.
Sono dentro di te, sono parte di te.
Il mistero più grande, la preziosità della mia vita si è basata sull’unione di due cellule, (apparentemente uguali alle altre ma), capaci di generare la vita.
Mamma hai capito?
Ogni essere umano ha delle cellule “speciali” dentro, capaci di poter, un giorno, generare vita donandosi nell’amore.
Anche dentro il mio corpo ci sono queste cellule.
Ma bisogna dire che tutto (o quantomeno, quasi tutto) avviene in modo autonomo e nel nascondimento.
Ecco cosa odiano coloro che non mi riconoscono: il “nascondimento”.
E non credono se prima non vedono.
Non credono che io sia un vero e proprio bambino, semplicemente perché le mie dimensioni sono piccolissime.
Non credono che io sia un vero e proprio bambino fino a quando non mi partorirai.
Ma gli uomini devono sapere che non possono gestire tutto, non possono avere tutto sul palmo delle proprie mani.
Gli uomini devono sapere che non tutto dipende da loro.
Dimmi un po’…
Sei tu ad aver voluto che io mi stanziassi all’interno del tuo utero, attraverso la tuba?
Sei tu a farmi crescere gradualmente, di giorno in giorno?
Nonostante tu abbia una gran responsabilità su di me, non tutto dipende da te.
Cresco indipendentemente dal tuo volere, il mio cuoricino batte indipendentemente dal tuo.
Il mio sangue è mio, e non è lo stesso del tuo.
Come fanno, mamma, a chiamarmi “prodotto abortivo”?
Come fanno a non riconoscere che io sono una persona e in quanto tale ho la mia dignità?
Perché, alcuni, hanno il coraggio di buttarmi tra i rifiuti ospedalieri?
Io sono vivo, mamma.
Ma molti miei amici non riescono a vivere.
E vengono gettati nella spazzatura.
Mamma, non avere paura di dire la verità!
Ribellati, perché “le ribellioni si fondano sulla speranza”.
Impegnati a riscuotere gli animi di coloro che non vogliono vedere la Realtà.
Riapri gli occhi di coloro che, per orgoglio, li hanno chiusi.
Apri la mente a coloro che vogliono disprezzarmi.
Lo devi fare… sai perché?
Sono indifeso!
Mamma, io non posso ancora parlare, parla tu al postomio.
Non avere paura!
Io ti sostengo!
Manca poco alla mia nascita.
So che tu credi in me e credi nella mia vita.
Ti amo mamma e continua a lottare per me.
Quando sarò grande, grazie ai tuoi insegnamenti e al tuo coraggio, lotterò io con te.