Gandolfini: “non si può usare la vicenda di Caivano per invocare l’approvazione del ddl Zan contro l’omofobia”

 

A cura di Angelica La Rosa

“Condanniamo senza se e senza ma la brutale violenza che ha colpito la giovane Maria Paola a Caivano. L’orientamento sessuale di una persona non può mai essere motivo di discriminazione e l’uguaglianza dei diritti e la pari dignità di tutti i cittadini non solo è sancita nell’articolo 3 della Costituzione, ma è valore condiviso dalla stragrande maggioranza del popolo italiano. L’intenzionalità dell’omicidio perpetrato dal fratello della vittima sarà giudicata dalla magistratura che sta indagando sulla dinamica degli eventi, di sicuro però possiamo dire fin da subito che il nostro Codice Penale offre tutti gli strumenti per punire questa aggressione insensata, con tutte le aggravanti del caso, e permette di lasciare per diversi anni in galera un soggetto molto pericoloso per tutta la società”, così il presidente del Family Day Massimo Gandolfini sui terribili fatti di Caivano che vedono la vittima speronata dal fratello, poiché conviveva con un transessuale di 22 anni.

“Gli assassini e i violenti, ancor più per futili motivi, possono essere fermati dalla nostra legislazione e lo Stato non ha alcun alibi, soprattutto quando queste vicende avvengono dopo reiterate minacce e abusi. Per questo sono ridicole e offensive le strumentalizzazioni fatte in queste ore da alcuni noti personaggi che usano questa vicenda per invocare l’approvazione del ddl Zan contro l’omofobia. Una vita stroncata è sempre una reato gravissimo, irreparabile, che va perseguito a prescindere dall’orientamento sessuale della vittima. Un ddl scritto male, che non definisce il reato di omofobia, che inserisce il controverso concetto di genere e percezione di sé che diluisce le identità sessuali, serve solo a chiudere la bocca a chi dissente dal pensiero unico in materia di maternità, filiazione e adozioni e non ad assicurare alla giustizia violenti e criminali” conclude Gandolfini.

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