Il governo nicaraguense prosegue con gli attacchi alla Chiesa

 

Di Matteo Orlando

 

Il governo nicaraguense prosegue con gli attacchi alla Chiesa, avviando ora l’annullamento ingiustificato dei visti per i sacerdoti stranieri.

L’ultimo caso riguarda padre Luis Carrillo, colombiano, attualmente parroco della parrocchia di San Judas Tadeo, appartenente alla diocesi di Esteli, al quale è stato ritirato il permesso di soggiorno in Nicaragua.

Attualmente ci sono 10 sacerdoti che esercitano il loro ministero in quella giurisdizione, padre Carrillo è uno di loro. Ma Padre Carrillo è uscito indossando una mascherina, un fatto che è stato considerato una sfida al governo che ha negato lo sviluppo della pandemia nel Paese.

La Chiesa ha istituito centri di isolamento per le persone risultate positive al test, ma il governo ne ha ordinato la chiusura.

Il caso di padre Carrillo non è l’unico. Sono diversi i sacerdoti che, dopo aver lavorato per molti anni in Nicaragua, affrontano un processo di deportazione e che vengono periodicamente visitati da incaricati del governo, che monitorano il contenuto delle omelie per informare le autorità.

Sempre nella diocesi di Esteli, la parrocchia di Cristo Rey è stata attaccata domenica scorsa e l’eremo dedicato a Santo Domingo è stato profanato.

Il governo ha anche chiuso l’Istituto tecnico dell’agricoltura, istituzione gestita dalla Chiesa che offriva istruzione a decine di giovani.

Monsignor Abelardo Mata, vescovo di questa diocesi ha mosso aspre critiche al regime.

 

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