La scuola è ricominciata… ma non per tutti!

 

Di Emmanuele Di Leo

 

La scuola è iniziata da pochi giorni e già fioccano problemi e lamentele da tutta Italia, in particolar modo dalle famiglie con figli affetti da disabilità.

Ciò che è accaduto a Roma e a Pisa, come sicuramente in altre parti d’Italia, ci induce a riflettere ancora una volta su quelle che sono le responsabilità dell’intera comunità scolastica.

Le proposte che l’attuale ministro dell’istruzione Azzolina ha avanzato nei confronti della scuola italiana, investendo svariati milioni di euro per banchi a rotelle ecc, hanno sollevato il disappunto e la comprensibile preoccupazione dei presidi e delle famiglie italiane poiché lontane dalle reali esigenze quotidiane.

Ma ciò che dovrebbe indignare maggiormente l’opinione pubblica dovrebbe essere però la totale assenza di attenzione al problema degli insegnanti di sostegno che per bambini autistici e con altri bisogni speciali è di fondamentale importanza per poter frequentare la scuola come tutti gli altri compagni di classe.

Precisiamo però che il sostegno è un diritto ma non è un dovere della scuola infatti, qualora l’insegnante di sostegno non dovesse essere presente, gli alunni disabili hanno il diritto di essere seguiti dagli insegnanti dell’intera classe che devono obbligatoriamente adempiere gli stessi doveri anche per gli alunni con disabilità.
Per evitare che un bambino con disabilità rimanga escluso dalla scuola è necessario che le famiglie si informino su ciò che possono fare per far valere i propri diritti.

Lo sanno bene, ad esempio, le famiglie dell’associazione Autismo Pisa che dopo aver vinto circa 600 ricorsi, ogni anno nel mese di giugno scrivono al dirigente scolastico chiedendo se è garantito il sostegno per le ore indicate dal PEI e, qualora la risposta dovesse essere negativa, prima di Agosto, inizia il ricorso. Così facendo prima che suoni la campanella a settembre riescono a ricevere la garanzia che tutte le ore di sostegno necessarie per i propri figli siano disponibili.

La scuola sta vivendo un momento particolare, molti presidi hanno posticipato l’inizio delle lezioni e non è ancora stato definito un accordo con le paritarie per ricevere (e dare) l’aiuto necessario a ottimizzare spazi e costi. Riteniamo grave e inaccettabile la posizione ottimistica del governo quando la realtà dei fatti è stata ben diversa da quel “siamo pronti” proclamato per mesi.

Sapere che più famiglie hanno dovuto riportare a casa i propri figli subendo cosi l’ennesima umiliazione, ci rattrista nel profondo.

Ogni giorno cerchiamo di rappresentare e difendere le famiglie di tanti bambini “senza voce” che hanno il diritto sancito dalla Costituzione all’istruzione. Già durante il periodo di lockdown sono state messe a dura prova perché questa rinuncia per molti è stata vissuta come un vero e proprio abbandono.

Come è possibile che dopo le infinite sfide quotidiane e le innumerevoli richieste di aiuto, ancora oggi, queste famiglie siano dimenticate?

Permettere a queste famiglie di far vivere con dignità la scuola ai propri figli non può passare in secondo piano al cambiare i banchi poiché si rovinano i jeans.

Va fatto un grosso lavoro che garantisca qualità dell’istruzione ed una seria riorganizzazione di tutta la comunità scolastica.

Ci auguriamo vivamente che il ministro dell’istruzione possa provvedere quanto prima a questa grande falla e possa rivedere seriamente le priorità riguardo al futuro della scuola italiana.

 

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