Shemà: “Ecco la qualità dell’amore di Dio che ci ha mostrato Gesù”

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

 

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IL COMMENTO TESTUALE

Oggi celebriamo la liturgia feriale del giovedì della 24 esima settimana del Tempo ordinario. che ci offre la possibilità di meditare sulla qualità dell’amore di Dio che ci ha mostrato Gesù e che dona bellezza alla nostra vita, a questa giornata.

La prima lettura, 1Cor 15,1-11, ci fa cogliere la grandezza della misericordia di Dio nella chiamata di Paolo, che è la stessa di tutti noi perché lui stesso scrive di ricevere ciò che ha già ricevuto da altri. Questa è la bellezza della nostra fede: sentirsi in comunione con tutti, per la grazia di Dio.

Cerchiamo allora anche noi oggi di accogliere la grazia del Signore anche se non ce lo meritiamo. Se in caso ci scoraggiamo davanti ai nostri limiti, ripetiamoci le parole di Paolo:  “per grazia sono quello che sono e la sua grazia in me non è stata vana“.

Il quadro che l’evangelista Luca, nella sua abilità stilistica ci descrive, è uno dei più suggestivi di tutto il suo Vangelo. Su questo testo molti esegeti hanno espresso interpretazioni e io stessa, dopo aver letto diversi commenti, ho scritto un piccolo libro “il profumo delle donne nei Vangeli”, in riferimento a questo atto dell’unzione di questa donna al corpo di Cristo. Tuttavia, ciò che si nota in modo evidente oggi è che questo è uno dei brani centrali del vangelo di Luca, che è stato definito come il Vangelo della Misericordia.

Qui Gesù perdona i molti peccati di una donna per una serie di azioni che, allo sguardo del fariseo sono evidentemente blasfemi, ma allo sguardo di Gesù sono atti di amore, che hanno un valore importantissimo perché chi ha ottenuto il perdono dei peccati non è stato il fariseo che ha offerto il banchetto a Gesù, ma questa donna che ha osato spezzare la catena del giudizio che pesava su di lei riversando sul corpo di Gesù le lacrime, miste a profumo, perché il perdono dei peccati è una questione d’amore.

Solo chi conosce l’amore sa bene che l’amore può essere ferito. E sa quanto viene ferito ogni giorno, anche da noi, se non facciamo come questa donna senza nome, che è per noi “maestra d’amore” , se non andiamo anche noi, ai piedi di Gesù, ogni giorno. ma oggi la liturgia ci fa comprendere anche che l’amore è il senso della nostra missione, del nostro essere cristiani. Solo chi è stato perdonato può annunciare il Vangelo, solo chi ha ricevuto Misericordia può annunciare la gioia di una vita che non finisce col nostro fallimento, che non ci definisce nel nostro peccato.

Proclamiamo allora, oggi, la lode del Signore che ci perdona e ci manda a vivere il vangelo, lodiamolo  con le parole del Salmo 117 “Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». La destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto prodezze. Non morirò, ma resterò in vita e annuncerò le opere del Signore. Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie, sei il mio Dio e ti esalto.”

Buona giornata!

IL COMMENTO IN VIDEO: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

 

LE LETTURE DEL GIORNO

Prima Lettura

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 15,1-11Vi proclamo poi, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano!
A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.
Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.
Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.

Salmo Responsoriale. Dal Salmo 117 (118)

R. Rendete grazie al Signore perché è buono.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre». R.

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore. R.

Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto. R.

Dal Vangelo secondo Luca 7,36-50

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

GIULIVA DI BERARDINO*

 

* Giuliva Di Berardino, laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la “Licenza ad docendum” in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Dopo aver vissuto alcuni anni in Francia,insegna danza di lode e di adorazione. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia” (ed. dell’Immacolata), in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. Insegnante Religione Cattolica nella scuola pubblica ed è Pedagogista del movimento e liturgista.

 

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