Shemà: Gesù e le due domande che ci fa questo venerdì
Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.
Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
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IL COMMENTO TESTUALE
IL VANGELO DEL GIORNO: Lc 9,18-22
venerdì 25 settembre 2020
Quando noi facciamo domande, in genere, è perché siamo curiosi o perché vogliamo conoscere qualcosa. Ricordo il mio professore di storia al liceo, per esempio, che ci spingeva sempre a fare domande e diceva: “qualsiasi cosa volete chiedermi, chiedete pure, perché non esistono domande stupide”. con la vita, ho capito che è vero, perché una domanda viene sempre suscitata da qualcosa che ci interessa. In questo testo è Gesù che fa due domande che dichiarano un interesse preciso: vuole sapere chi è Lui per le folle, prima, e per i suoi discepoli, dopo. Perché troviamo queste due domande di Gesù? Forse per Gesù era importante sapere chi è per gli altri? A quanto pare sì. Sì, perché Gesù è per noi quello che noi accogliamo di Lui: accogliamo Gesù come un profeta? Per noi Gesù sarà un profeta. Accogliamo Gesù come Messia, cioè il Cristo, l’Unto di Dio della stirpe di Davide che, secondo la profezia messianica, porterà il Regno di Dio sulla terra? Gesù sarà il Messia. Il punto è che nè le folle, nè i discepoli, di cui in questo testo si fa portavoce Pietro, sapevano davvero chi è Gesù. Ma allora che senso ha potuto avere il fatto che Gesù abbia fatto loro queste domande? Gesù chiede chi è Lui, non perché Lui è confuso e non sa più chi è, ma perchè siamo noi che, se non sappiamo più che è Lui, non riusciamo più a capire chi siamo! Gesù desidera lasciar emergere la confusione che vive in noi perché desidera che impariamo a cercare la verità nel profondo del nostro cuore. Il testo del Vangelo, infatti, inizia mostrandoci Gesù in preghiera, in un luogo solitario. Ecco, ci resti scolpita nella mente, lungo tutta questa giornata, questa immagine che l’evangelista Luca ci offre: Gesù in preghiera, da solo. Prima delle domande di Gesù, ci resti nel cuore il suo atteggiamento perché accogliamo, innanzi tutto, lo Spirito di preghiera! Sì, perché se non si resta soli, in una solitudine abitata dal silenzio dell’amore, dalla Presenza dello Spirito d’amore, che ci suscita pace e gioia profonda, non possiamo sapere chi siamo noi e chi è Gesù per noi. Chiediamo allora, innanzi tutto, in questo giorno, lo Spirito di preghiera, perché possa confermare in noi la verità di quello che siamo. Noi non siamo la folla che aspetta i profeti, e non siamo i discepoli che, come Pietro, aspettano il Messia come figlio di Davide, il grande re d’ Israele. Noi sappiamo che Gesù è il figlio dell’uomo, che ci ha fatto dono della sua vita e ci ha resi tutti figli di Dio. Restiamo, dunque, in preghiera, come Lui, con Lui, in Lui!
Buona giornata!
IL COMMENTO IN VIDEO: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos
GIULIVA DI BERARDINO*
* Giuliva Di Berardino, laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la “Licenza ad docendum” in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Dopo aver vissuto alcuni anni in Francia,insegna danza di lode e di adorazione. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia” (ed. dell’Immacolata), in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. Insegnante Religione Cattolica nella scuola pubblica ed è Pedagogista del movimento e liturgista.