C’è un “Lenin” che si oppone ad aborto, gender e utero in affitto

Di Angelica La Rosa

Il presidente ecuadoriano Lenín Moreno ha posto il veto all’intero progetto di codice sanitario biologico, che era stato approvato dall’Assemblea nazionale del paese sudamericano. Nel caso di entrata in vigore il codice avrebbe reso il paese ispano-americano fortemente abortista, promotore dell’ideologia di genere e della maternità surrogata.

Moreno ha esercitato la sua prerogativa di veto dopo che l’Assemblea nazionale aveva approvato il codice a maggioranza, con solo otto legislatori contrari.

Sebbene la segreteria legale della Presidenza abbia indicato che il provvedimento adottato da Moreno è dato da questioni tecniche e non religiose, i gruppi pro-vita ecuadoriani hanno celebrato con gioia il veto presidenziale.

L’Arcivescovo di Quito, Mons. Alfredo Espinosa, che ha fortemente criticato il tentativo di far passare l’aborto e l’ideologia di genere dalla porta di servizio, ha espresso la sua gioia per il veto presidenziale: “dal primo momento abbiamo detto che questo codice era un codice della morte e oggi diciamo con gioia che la vita ha trionfato”.

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La vita trionfa sempre, il male no.
Grazie.