La coppia matrimoniale ristabilisce l’unità delle origini

Di Padre Giuseppe Tagliareni

 

Alcuni testi significativi

“Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò;  maschio e femmina li creò…” (Gen 1,27). La coppia uomo-donna è disegno di Dio: Egli si rispecchia in loro meglio che nel singolo uomo. La loro diversità sessuale li connota interamente, non li oppone né li divide ma li completa e li mette in comunione, rendendoli idonei alla generazione. Il mio diletto è per me e io per lui (Ct 2,16): la reciproca scoperta e accoglienza è fonte di gioia. La conoscenza e amore dell’uno per l’altra li rivela e li unisce in una dualità perfetta, primigenia cellula vitale dell’umanità. Ognuno è dono nuziale per l’altro e indispensabile per generare prole.

I due saranno una sola carne(Gen 1,27; 2,24). L’unità e indissolubilità della coppia la si vede nel figlio generato: un essere unico che postula l’unione dei due genitori. Ogni attentato all’unità è offesa al Creatore, perché rinnega il dono della nuova vita che Dio concede all’unione dei due. Per questo Gesù sentenzia: Quello che Dio ha congiunto l’uomo non separi!” (Mt 19,6). L’unione dei due genitori è l’alimento indispensabile per la vita, il crescere armonico e il benessere dei figli.

“Non fece Egli un essere solo dotato di carne e soffio vitale? Che cosa cerca quest’unico essere, se non prole da parte di Dio? Custodite dunque il vostro soffio vitale e nessuno tradisca la donna della sua giovinezza. Perché Io detesto il ripudio, dice il Signore Dio d’Israele, e chi copre d’iniquità la propria veste, dice il Signore degli eserciti. Custodite la vostra vita dunque e non vogliate agire con perfidia” (Mal 2,15-16). La coppia ha un unico soffio vitale, che la alimenta e fa vivere come un essere solo. Il divorzio è perfidia: non è nel disegno di Dio. L’Autore della vita vuole che la vita fiorisca e fruttifichi. Solo per la durezza del vostro cuore, Mosè concesse il ripudio. Ma allorigine non fu così (cfr. Mt 19,8).

Cristo è venuto a ristabilire l’antico disegno, con la grazia che promana dalla sua morte e risurrezione. Per Sua grazia, l’amore nuziale può sempre rinascere.

«Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti» (Gen 2,15-17). L’uomo non è l’autore della vita; egli deve sottostare ai comandi di Dio con umiltà e amore. La prevaricazione è attentato alla divina sovranità, cosa che merita la morte. Stabilire ciò che è bene e ciò che è male spetta solo a Dio. Chi si oppone a questo ordine, si mette dalla parte di Satana, che ha voluto diventare “come Dio”.

Cristo si oppone a Satana e ci libera dalla sua schiavitù, mediante il potere salvifico della sua morte e risurrezione. Egli così ridona la Grazia e restaura la creazione col dono dello Spirito Santo, perché si ristabilisca l’antico disegno. Col Battesimo è generata la “nuova creatura”. In Gesù è vinto il peccato ed è ormai possibile la vita nuova nello Spirito. “È in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi avete in lui parte alla sua pienezza... Con lui infatti siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti” (Col 2,9-10.12). Fuori di Cristo, non c’è salvezza. Questo vale anche per la coppia. È in Cristo che la creazione riprende il corso voluto da Dio.

La vocazione più comune è quella al matrimonio, ad essere coppia feconda, vivente nell’amore, come la Trinità, ma con la Grazia di Cristo, che con la sua morte di croce e risurrezione ci riporta alle origini, all’antico disegno del Creatore. Così, seguendo Gesù si dà gloria al Padre della vita. È a Lui che bisogna chiedere la grazia di trovare la persona giusta con cui fare coppia per tutta la vita. Se vi è docilità e santo timor di Dio, il Signore guida nelle scelte.

Un buon matrimonio è una felice sorte che Dio concede a chi Lo ama. Bisogna che tutti i giovani lo sappiano e scelgano di costruire la loro convivenza secondo il Vangelo e la grazia di Gesù. Questa è la base e l’altezza del progetto. In Gesù impareranno a scoprire il progetto che il Padre dei Cieli ha su di loro.

Il fidanzamento

È la promessa di sposarsi in Cristo, fatta e ricambiata tra uomo e donna, legati da un vincolo di amore, che si vuole far durare per sempre. Lo scopo è quello di condividere l’esistenza, formando una cellula vitale da cui nascerà una nuova famiglia. Questa promessa è impegnativa: esige la fedeltà reciproca e la celebrazione delle nozze, non appena si verificheranno le condizioni necessarie.

Il fidanzamento dev’essere preceduto da un congruo periodo di approfondita conoscenza reciproca, fatta nella verità. Di pari passo con la conoscenza, devono procedere la fiducia e la comprensione reciproca; lintesa deve farsi sempre più grande, sia sugli ideali spirituali, sia sul progetto di vita, sia sulle scelte concrete. Non devono esserci dissonanze e litigi, gelosie o tradimenti, menzogne o inganni, violenze e prevaricazioni. Dev’esserci invece rispetto e accoglienza, sincerità e fiducia, stima e amore crescente, desiderio di unità e di condivisione. Il Vangelo deve diventare il libro della loro vita.

D’altra parte, i due devono saper intessere buone relazioni con le famiglie di origine, con i parenti ed amici acquisiti, senza rigetti e negazioni, litigi e gelosie, chiusure e separazioni. L’amore che viene da Dio è armonico e produce comunione a cerchi concentrici. Ogni coppia che si ama in Dio, fa irradiare l’amore vero che genera comunione e pace con tutti.

Nel fidanzamento non sono ammessi atti sessuali, perché il vincolo dei due non è ancora definitivo, cosa che sarà solo con la celebrazione del matrimonio. La condizione dei fidanzati è precaria e transeunte: non si devono generare figli in stato di precarietà e di pericolo.

Ogni figlio merita di essere generato nel matrimonio, dov’è stabilità del vincolo e onestà della convivenza. Allora, avere figli è una gioia grande e condivisa!

Il matrimonio

È la cellula vitale a base della famiglia, della società e della Chiesa. Da essa nascono i figli e mille attività che costruiscono la società. La coppia uomo-donna uniti in un vincolo di amore indissolubile e fecondo, produce nuova vita, servizi e vera civiltà, dove regnano i valori più belli e i comportamenti più virtuosi. Il matrimonio basato sulla legge di Cristo e del Creatore, fa regnare l’amore, l’accoglienza reciproca, il servizio umile, la collaborazione, l’ordine, la misericordia, la giustizia, il rispetto reciproco, la fedeltà, la sincerità e tutte le virtù.

Esso esige il rispetto delle leggi della creazione e lapertura alla vita. Dio creatore allora si compiace di dare vita e benedizione, alimento e stabilità, salute e prosperità, ordine e “ri-creazione”, quasi come una scaturigine originale dal Suo tocco creatore sempre benefico e santo. La famiglia che così nasce è la scuola principale di umanità: è lì che il bambino diventa uomo, acquistando a poco a poco lingua e sentimento, pensiero e comportamento, amore e libertà, ideali e concretezza di vita, relazioni vitali e slanci, servizio e fruizione di beni, coscienza e responsabilità, esperienze di base che gli serviranno per tutta la vita. Quando poi la casa diventa una piccola chiesa, sale a Dio una gradita liturgia che attira ogni benedizione.

La coppia matrimoniale ristabilisce lunità delle origini ed esclude ogni logica di seduzione e di sottomissione, di sfruttamento e di schiavitù, di invidia e di gelosia, di menzogna e di violenza, di odio e di freddezza. Nel riguardo della generazione, l’amore coniugale accetta la castità periodica e rifugge da tutti i mezzi contraccettivi, che interrompono la logica dell’atto coniugale o impediscono il suo frutto naturale, la fecondazione. Un figlio è visto sempre come un nuovo dono di Dio alla famiglia e mai come un male.

Di ogni figlio bisogna dire: “Chissà che sarà questo bambino!” e assecondare il disegno di Dio. I figli sono dono di Dio che ingrandiscono e arricchiscono la famiglia. Senza figli non c’è futuro.

Il matrimonio verginale

Con la grazia di Cristo si può vivere in coppia da vergini. San Giuseppe e la Madonna lo fecero per tutta la vita; così Sant’Enrico di Baviera e Santa Cunegonda. Santa Brigida di Svezia visse due anni in perfetta castità d’accordo col marito, e poi generò otto figli. Il filosofo J. Maritain e sua moglie Raissa, dopo aver generato un figlio vissero in castità tutta la vita. Se la castità si può mantenere per un periodo, con la grazia di Cristo si può prolungare per tutta una vita, come dimostrano schiere di vergini. “Poiché l’amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro. Cosicché ormai noi non conosciamo più nessuno secondo la carne… Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove(2 Cor 5,14-17).

Per un’alta intenzione religiosa (quale la “restitutio ad integrum” del progetto originario della coppia uomo-donna, la riparazione dei peccati sessuali, la piena dedizione all’apostolato, etc.), una coppia può stabilire di vivere un matrimonio verginale. Questo dà più gloria al Creatore, che darà loro una diversa fecondità, tutta spirituale, come quella data a Francesco e Chiara d’Assisi. La consumazione nella carne non è indispensabile: ciò che fa il matrimonio è il consenso dei due e non l’atto sessuale. La Madonna e San Giuseppe furono veri sposi, pur non avendo mai avuto alcun rapporto carnale. Questo modello concreto e reale è il più alto e perfetto mai vissuto, esempio eccelso di amore coniugale purissimo e di ogni virtù. È frutto eccelso della grazia di Cristo e perla d’incomparabile luce.

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