Il 70% dei positivi infettati nonostante l’uso di maschere facciali

Di Lorenzo Capellini Mion

Secondo il recente studio dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti le mascherine non sono poi così efficaci nel prevenire la diffusione del coronavirus. Anzi non sono sicure affatto visto che lo studio ha rilevato che oltre il 70% dei “casi di pazienti” risultati positivi al test Covid-19, sono stati infettati nonostante si sforzassero di attenersi alle linee guida del CDC, compreso l’uso di maschere facciali.

Questo 70% ha dichiarato che le mascherine le indossava sempre nei 14 giorni precedenti al test.

A loro si aggiunge un 14,4% che le indossava spesso, ovvero nell’84% e oltre dei casi il virus di Wuhan non si è fermato al bavaglio.

Al di fuori di ambienti protetti e ad esclusione di strumenti realmente sterili le mascherine in realtà fanno da brodo di coltura per virus e altri agenti patogeni, oltre a consegnare un falso senso di immunità che facilita il contagio (che non è un male assoluto specie se distribuito nelle fasce di popolazione che dal virus hanno poco da temere).

Nonostante ciò, le mascherine vengono ancora spacciate come il mezzo più efficace per rallentare la diffusione del virus di Wuhan. Persino quelle di tela o di cotone.

Da qualsiasi parte le prenda le considero un feticcio usato per colpevolizzare e dividere una popolazione sapientemente spaventata. Buone per il controllo della mente più che per quello dell’epidemia.

Se pensate che, salvo meravigliose eccezioni, i burattini e i burattinai che governano il mondo abbiano davvero a cuore la nostra salute c’è un muro a dividerci.

 

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