Ecco le due resurrezioni che attendono coloro che seguono Gesù

Di Padre Giuseppe Tagliareni

La risurrezione del nostro corpo dopo la morte è una meravigliosa realtà basata su alcuni dati indubitabili: il piano della creazione, la risurrezione di Gesù dopo la sua morte di croce, la sua promessa di far risorgere gli uomini all’ultimo giorno.

Dio ci fece ad immagine della propria natura e quindi immortali. La morte non è stata creata da Dio; è venuta nel mondo per opera del diavolo ed è stata annullata da Cristo risorto. Adamo ed Eva furono creati perfetti e immortali; ma essi persero la grazia e l’immortalità a causa del peccato delle origini. La sentenza del Giudice divino fu: “Polvere tu sei. in polvere ritornerai” (Gen 3,19). Da allora, la morte arriva a tutti gli uomini, come è facile costatare, e dopo qualche decennio di permanenza nella tomba ogni cadavere diventa polvere.

Ma Iddio ama l’uomo e non rinuncia al Suo piano di divinizzazione dell’uomo. Per questo mondò Suo Figlio a redimere la creatura prediletta. Cosa che è stata fatta da Gesù, Figlio di Dio, mediante la sua dolorosa Passione e Morte di croce. Il suo Sacrificio di valore infinito pagò le disobbedienze dell’uomo e riottenne la grazia e la risurrezione dell’uomo. Il primo cadavere a risorgere perfetto e incorrotto è stato proprio quello di Gesù Cristo, risorto il giorno di Pasqua e poi asceso al Cielo. La vicenda di Gesù è a base della redenzione e rimane l’esemplare dell’uomo: chi segue Gesù, avrà la sua risurrezione e parteciperà alla sua gloria celeste.

È Gesù stesso che lo ha promesso: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nellultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno… Chi mangia la mia carne e beve il io sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono.

Chi mangia questo pane vivrà in eterno» (Gv 6,37-40.54-58).

Gesù dunque, dichiara che la volontà del Padre è quella di darci la vita eterna. E questo lo fa dandoci la grazia dell’anima e la risurrezione del corpo. La grazia dell’anima è la prima risurrezione, perché toglie il peccato che uccideva la vita spirituale e restituisce quella vita filiale che i progenitori avevano prima del peccato. La risurrezione restituisce la vita divina al corpo, quella vita che era stata perduta col peccato delle origini. Così, a Gesù noi dobbiamo sia la vita dell’anima che quella del corpo risuscitato. Veramente egli è Colui per il quale abbiamo la vita, quella vita piena e divina che il Padre dei Cieli voleva per noi.

La prima risurrezione, che è quella dell’anima, avviene quando l’uomo si converte ed esce dalla sua situazione di peccato mediante la conversione e il perdono. Allora accede al Battesimo o alla santa Confessione, se si tratta di uno già battezzato. Dal Ministro di Dio riceve il Sacramento che gli toglie il peccato e gli conferisce di nuovo la grazia di Dio perduta. Egli poi dovrà cercare di mantenerla ed accrescerla, soprattutto con il Pane eucaristico, che è caparra della risurrezione del corpo e medicina per l’anima.

La seconda risurrezione è quella del corpo. Essa avverrà all’ultimo giorno della storia e sarà a somiglianza di quella di Gesù, ma con una netta distinzione tra i beati e i dannati. Tutti infatti, risorgeremo, ma in modo diverso. Lo dichiara Gesù: “Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso; e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna” (Gv 5, 26-29).

Risurrezione di vita significa quella uguale alla sua del giorno di Pasqua: risurrezione gloriosa e splendida. Il corpo sarà pieno di vita divina e degno di entrare in Cielo. Risurrezione di condanna significa che il corpo dei dannati non sarà in grazia; se vivrà, lo farà con una larva di vita, senza né grazia né bellezza e sarà gettato all’Inferno, seguendo il destino dell’anima.

Così, alla fine di tutto, ogni anima si riunirà al suo corpo e l’uomo ritornerà intero, perché di corpo e di anima fu fatto. Ma la condizione sarà diversissima: i Beati in Cielo, i dannati all’Inferno. Il corpo seguirà la sorte dell’anima. Per questo si dice giustamente che bisogna salvarsi l’anima prima di tutto; la salvezza del corpo verrà in seguito, a condizione che l’anima sia salva. Perciò bisogna operare instancabilmente per mettere al sicuro la salvezza dell’anima, vivendo sempre in grazia di Dio e ben nutriti con l’Eucaristia, anche giornaliera.

Come risuscitano i morti?

San Paolo ci dà qualche ragguaglio.

“Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle: ogni stella infatti differisce da un’altra nello splendore. Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale(1 Cor 15,41-44).

Il corpo dei risorti dunque, sarà spiritualizzato, non più sottoposto alle leggi della materia, alla degenerazione, alla malattia, alla morte; supererà le leggi dello spazio e del tempo; seguirà perfettamente l’anima nei suoi movimenti, proprio come vediamo per Gesù dopo la sua risurrezione.

Egli si mostrò vivo, perfettamente in salute, bello, luminoso; entrò nel Cenacolo a porte chiuse; apparve e sparì quando volle, senza che alcuno lo potesse impedire; si mostrò al di sopra di ogni naturale limitazione che tutti ben conosciamo, quali la fame, la sete, la stanchezza, l’essere confinato in un luogo e in un tempo determinato, etc.

Il corpo risorto è reale, tanto è vero che Gesù apparso ai discepoli si fece toccare e mangiò con loro; apparve a molti in luoghi e tempi diversi; ascese al Cielo sotto i loro occhi mentre li benediceva. Né il demonio né altri nemici mortali poterono più raggiungerlo o impedirlo in alcun modo. Gesù risorto è veramente il Signore, anche delle leggi cosmiche. E così sarà di coloro che con Lui risorgeranno a vita nuova e beata. Essi, con i loro occhi vedranno Dio, com’era anelito supremo e certezza di fede di Giobbe (cfr. Gb 19,26-27) e com’è desiderio naturale di ogni uomo. Dio ci ha fatto per farci felici, non solo nell’anima ma anche nel corpo. Perciò il corpo di ogni risorto avrà in Cielo la stessa beatitudine dell’anima a cui appartiene.

Sapendo questo, ogni uomo dovrebbe vivere ogni giorno teso a raggiungere la Beatitudine promessa da Dio per coloro che Lo amano e osservano i Suoi Comandamenti. “Sì, Dio ha creato l’uomo per l’immortalità; lo fece a immagine della propria natura” (Sap 2,23). Sono completamente fuori della verità dunque, coloro che credono che l’anima dopo la morte del corpo si reincarna in altro corpo mortale o in un vegetale o in una pietra; come pure sono fuori dalla verità coloro che disprezzano il corpo che abbiamo e non sanno che esso è destinato all’immortalità e a vedere Dio.

Dobbiamo tanto amare Dio e ringraziarlo sia per la creazione, sia per la redenzione operata per mezzo di Gesù, sia per la santificazione dello Spirito Santo. Egli da noi vuole solo amore, che si traduce in obbedienza e desiderio di unione a Lui nei pensieri, nei sentimenti, nelle opere.

“L’amore è osservanza delle sue leggi; il rispetto delle leggi è garanzia d’immortalità e l’immortalità fa stare vicino a Dio” (Sap 6,18-19): questa è la via che porta a Dio; questa è la via di Gesù.

Questo è il vero destino dell’uomo.

Allora Dio entrerà nel Suo riposo, quando avrà dato a tutti la vita eterna, facendo anche risuscitare i morti.

Egli è Dio della vita e “tutti vivono per Lui” (Lc 20,38).

 

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