Una sana relazione tra uomo e animali passa attraverso l’insegnamento della Chiesa
Di Maria Luisa Donatiello
La Chiesa cattolica si esprime in termini semplici e chiari in riferimento al tema degli animali e in particolare alla relazione tra esseri umani e animali e alla loro sostanziale differenza.
Nel Catechismo della Chiesa cattolica (CCC) si legge: “Creati insieme l’uomo e la donna sono voluti da Dio l’uno per l’altra. L’uomo scopre la donna come un altro io della stessa umanità. […] Nessuno degli animali può essere questo pari dell’uomo.” (CCC 371)
Se è vero che gli animali sono creature di Dio il Magistero della Chiesa ci ricorda però che al vertice della creazione vi è l’essere umano. Ciò non vuol dire che il creato, in quanto risorse minerali, vegetali e animali non vada rispettato, al contrario: “Il dominio accordato dal Creatore all’uomo sulle risorse minerali, vegetali e animali dell’universo, non può essere disgiunto dal rispetto degli obblighi morali, compresi quelli che riguardano le generazioni future.” (CCC 2456)
Ne deriva che è moralmente riprovevole procurare sofferenza inutile al creato.
Gli animali, però, non essendo creati alla pari degli esseri umani sono destinati per loro stessa natura al bene comune dell’umanità: “Dio ha consegnato gli animali a colui che egli ha creato a sua immagine. E’ dunque legittimo servirsi degli animali per provvedere al nutrimento o per confezionare indumenti. Possono essere addomesticati, perché aiutino l’uomo nei suoi lavori o anche a ricrearsi negli svaghi. Le sperimentazioni mediche e scientifiche sugli animali sono pratiche moralmente accettabili, se rimangono entro limiti ragionevoli e contribuiscono a curare o salvare vite umane.” (CCC 2417)
La Chiesa si esprime in termini inequivocabili anche sulla relazione affettiva tra uomini e animali dichiarando che è tanto contrario alla dignità umana far soffrire inutilmente gli animali, creature di Dio che con la loro semplice esistenza lo benedicono e gli rendono gloria, quanto “indegno dell’uomo spendere per gli animali somme che andrebbero destinate, prioritariamente, a sollevare la miseria degli uomini. Si possono amare gli animali; ma non si devono fare oggetto di quell’affetto che è dovuto soltanto alle persone” (CCC 2418).
La creazione è gerarchica e l’essere umano non è Dio di se stesso, è necessario perciò che l’uomo viva secondo l’insegnamento di Dio che è per lui sommo bene e fonte di felicità. L’uomo, consapevole del proprio ruolo di custode del creato e del senso della propria esistenza, che ha origine e fine in Cristo, deve rendere culto a Dio soltanto e non svilire la propria natura di vertice della creazione al quale è certamente richiesto di agire nel rispetto del creato, con rettitudine morale e timor di Dio, nell’esercizio sempre del libero arbitrio donatoci con immenso amore dal Creatore.
Questa semplici verità, diremmo “banalità”, sono una boccata d’aria fresca nell’asfissiante confusione dei valori della vita.