Shemà. Commento al Vangelo dell’8 novembre della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

 

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: domenica 8 novembre 2020

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Mt 25,1-13

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

In questa domenica siamo invitati dalla liturgia a verificare a che punto siamo nel nostro percorso di fede che ci fa alzare lo sguardo verso la gioia del Regno di Dio. Nel Vangelo Gesù racconta la parabola delle 10 ragazze che aspettano lo sposo per il corteo di nozze. Interessante nella parabola è la situazione del corteo di nozze, simbolo eloquente nella Sacra Scrittura del banchetto del regno dei cieli, immagine escatologica per eccellenza. Interessante nella parabola sono tre particolari: la porta chiusa, il grido che sveglia le ragazze a metà della notte e poi ci interroga l’elemento dell’olio, al quale evidentemente è necesario dare un significato più profondo. Iniziamo dal grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”, un grido che mette in azione tutto, che sveglia le ragazze e provoca tutta una serie di azioni ben descritte dalla parabola. Il grido di chi annuncia la venuta dello sposo ha la potenza di accendere una luce più grande e più profonda delle lampade che le ragazze avevanpo portato con sé, perché al suono di quel grido 5 di esse si rendono conto di non avere olio e vanno a procurarselo. Chiediamo oggi di poter sentire anche noi quel grido nella notte, per noi stessi, per la nostra coscienza che forse dorme proprio come quella di queste 10 ragazze, ma non solo! Chiediamo che possiamo far sentire questo grido alle tante persone che ci sono accanto, alle persone che hanno la notte nell’anima, che vivono solitudini e che aspettano un segno di speranza nel profondo del loro abisso di tenebra, perché entri la luce in ogni cuore, in questo giorno di domenica in cui celebriamo, in comunione con tutti i credenti cristiani sparsi nel mondo, la Risurrezione di Cristo! Ma se c’è un grido, se ci sveglia la coscienza e ci fa capire dove siamo, come siamo davanti a Dio, ci si rende conto che lì dove siamo, il posto che occupiamo, dipende da ciò a cui abbiamo dato priorità nella vita. Le 10 ragazze non erano tutte uguali, proprio come noi. E la parabola ci fa portare l’attenzione su un elemento che risulta essenziale per determinare le nostre priorità. Si tratta dell’elemento dell’olio, simbolo di ciò che ci permette di essere luce, per essere quello che siamo in verità. Ecco allora che se nella vita non si cerca per prima cosa la verità di quello che siamo di fronte a Dio, di amare per quello che siamo, si rischia di pretendere dagli altri quell’amore che siamo chiamati ad accogliere e donare, procurandoci altrove un rimedio di fortuna per garantirci all’ultimo minuto una bella figura con Dio. Ma Dio non è così, lo vediamo dalla parabola! Gesù conosce il cuore, il nostro deiderio d’amore, ma noi dobbiamo fare attenzione e capire come e quanto siamo amati, perché siamo amati così come siamo, anche se le lampade si spengono! La porta chiusa allora non è il limite della pazienza di Dio verso di noi, ma l’esito di una verifica “a sorpresa” che riceveremo tutti, ma il Vangelo ci offre speranza, perché ci sono situazioni  che per noi possono diventare opportunità che capitano una volta sola e noi siamo chiamati a coglierle con la fiducia che il Signore ci ama così come siamo.  L’olio, allora, è il dono da chiedere oggi, perché ci permette di vedere le opportunità che Dio ci manda e di fare luce anche agli altri! Allora oggi chiediamo al Signore di non fare come le vergini stolte che sono andate a procurarsi loro quell’olio, ma che Lui stesso ci procuri questo olio, perché se nella vita abbiamo perso tante occasione di salvezza, non vogliamo perderla oggi! Oggi ci sia dato di guardare alla nostra vita con la fiducia di chi sempre e comunque, si sente amato da Dio, Sposo dell’umanità che viene per amarci, non per condannarci. Buona domenica! 

 

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

 

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