I nostri anziani, già tristemente abbandonati, ora sono anche a rischio della vita

Di Gian Piero Bonfanti

L’Italia è come un grande albero e piano piano lo stiamo abbattendo.

Un fusto sano e robusto si sorregge perché ha ottime radici, capaci di alimentare e sostenere tutto l’albero.

Se queste radici le tagliamo, le estirpiamo o le avveleniamo, il risultato che otterremo sarà la caduta del tronco e la morte dell’albero.

Ci riferiamo sicuramente alle tradizioni ed alla cultura cristiana bimillenaria che ha reso unica la nostra amata Italia, ma non solo.

Il nostro “albero” è sorretto anche dai nostri anziani, che sono di fatto la memoria della nostra recente storia.

La considerazione che è stata data negli ultimi anni alla “categoria” degli anziani è una concezione non cristiana.

In molti casi vengono visti come un peso, come persone che devono essere parcheggiate in qualche ricovero, nell’attesa che si chiuda il sipario, e soprattutto da molti vengono ritenuti un “problema economico” per la società.

Ebbene, con la politica dello scarto che promuove aborti ed eutanasia, questa visione si fa sempre più pregnante nella nostra società e quanto sta accadendo a causa della pandemia del Covid 19 sta acuendo la situazione.

I nostri anziani, che sono I soggetti maggiormente a rischio di contagio e di decesso, vengono lasciati nella loro solitudine, alle volte totalmente e tristemente abbandonati.

La politica della “panico-demia” ha mietuto diverse vittime e continuerà ad essere ogni giorno sempre più pericolosa.

Sono proprio gli anziani stessi ad isolarsi e ad evitare il contatto con i più giovani, sinanche ad evitare il contatto con figli e nipoti.

Privarsi di ogni momento di gioia prima del tramonto della propria esistenza sembra sia divenuto prioritario rispetto alla gioia della vita stessa.

Ma ciò che ci preoccupa, oltre a questa irreversibile tendenza, sono le dichiarazioni del nostro Ministro della Salute Roberto Speranza ed il colpo finale che verrà sferrato da gennaio/febbraio in poi, con la prospettata introduzione dei vaccini promossi dal famoso “pseudo-filantropo” Bill Gates.

Lo stesso Ministro afferma infatti che le primissime dosi di vaccino anti-Covid che arriveranno “saranno dedicate alle categorie più esposte a partire dai professionisti sanitari, i soggetti fragili, gli anziani nelle Residenze sanitarie Rsa e gli anziani con patologie”.

È opportuno sottolineare che la sperimentazione di questi vaccini è stata fatta in tutta fretta, saltando i necessari test sugli animali e che i risultati non sono ancora stati pubblicati dalla comunità scientifica.

Che dire poi delle eventuali reazioni fisiche che produrranno questi vaccini a medio-lungo termine, considerando il troppo breve periodo di sperimentazione?

Inoltre ricordiamo che questi prodotti sono stati testati principalmente su soggetti sani e che, prima di inocularli in massa su gran parte della popolazione grazie a campagne vaccinali intensificate, verranno somministrati prioritariamente su persone con patologie pregresse o particolarmente esposte al virus.

Con molta probabilità ci dobbiamo preparare ad un’ecatombe.

Certo, secondo la politica dello scarto questa potrebbe essere una soluzione, sulla scia di una visione secondo la quale vive chi è più forte, chi è in grado di resistere.

Ma la nostra religione, la nostra cultura, le nostre coscienze ci impediscono di accettare un simile pensiero.

Ogni persona ha diritto di ricevere assistenza e cure come ci ricorda una famosa frase del noto medico e scrittore Patch Adams:

“Se si cura una malattia si vince o si perde, se si cura una persona, vi garantisco che in quel caso, si vince qualunque esito abbia la terapia!”

Restiamo ancorati ai nostri valori e cerchiamo di non accettare questa visione che mette a forte rischio l’importante presenza degli anziani nelle nostre vite.

 

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