Anche il Perù scivola verso l’omosessualismo e l’abortismo

Di Angelica La Rosa

Francisco Sagast ha prestato giuramento come presidente del Perù e ha usato il suo discorso di inaugurazione per ricordare i due morti nelle proteste scatenate dopo il licenziamento di Martín Vizcarra.

Il nuovo presidente ha prestato giuramento ma non è una buona notizia per i cattolici locali che vedono all’orizzonte ombre piuttosto che luce.

Sagasti, infatti, è favorevole al “matrimonio” tra omosessuali e all’aborto in caso di stupro.

“Siamo un partito di centro repubblicano. Il repubblicanesimo ha come punto centrale che tutte le persone sono uguali. Non dobbiamo limitare la libertà o i diritti individuali delle persone in situazioni che non riguardano nessuno. Se decidi di sposare qualcun altro, non mi riguarda per niente. Perché vietarlo?”, aveva dichiarato il neo Presidente in contrapposizione agli insegnamenti della Chiesa Cattolica e al diritto naturale.

A proposito di aborto alla domanda se intende  depenalizzare l’aborto nel caso in cui la donna sia stata violentata, aveva detto: “crediamo che l’aborto sia una situazione estremamente difficile. Mettiti dalla parte di una donna violentata il cui figlio è frutto di un’imposizione totale e assoluta. Ti sembra giusto? Non credo che a nessuno sembri ragionevole. Anche in questo caso, in base al principio repubblicano del rispetto della libertà individuale, crediamo che sia qualcosa che dovrebbe essere consentito. Ora, questo non si applica a tutti i casi. Una situazione estrema di una giovane donna, una ragazza violentata, che non è capace di essere madre, non è la stessa di una persona anziana che ha preso le sue decisioni e che deve accettarne le conseguenze. Ogni persona deve essere in grado di accettare le conseguenze delle proprie azioni. Se è un’imposizione c’è una grande differenza. È un approccio pro-vita”.

In realtà non è proprio un approccio pro vita perché nel caso di un aborto legato alla violenza sessuale subita dalla donna le vittime sarebbero due: la donna stuprata e il nascituro che sarebbe eliminato dall’esistenza terrena.

 

 

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