Cristianofobia, i social acconsentono ai messaggi violenti contro i seguaci di Gesù

Di Emanuela Maccarrone

Il cristianesimo è sempre più vittima della cristianofobia e i social, anziché favorire il dialogo costruttivo, acconsentono alla divulgazione di messaggi violenti.

Da qualche giorno su Twitter gira l’hashtag #Fuegoalclero, ossia bruciare i sacerdoti.

Il violento messaggio sta spopolando sul social che, inspiegabilmente, non ha ancora deciso di rimuovere i contenuti, dati l’evidente discriminazione e l’incitamento all’odio religioso.

La campagna al grido #Fuegoalclero non è casuale. Infatti, è stato immesso nei social proprio nel periodo in cui il Parlamento spagnolo sta discutendo la legge Celaá, una normativa che vuole influenzare le scuole pubbliche spagnole, in prevalenza di stampo cattolico, attraverso il controllo dell’insegnamento della religione e limitando i finanziamenti alle stesse scuole paritarie, con la conseguenza che molte di esse chiuderanno.

L’hashtag #Fuegoalclero è collegato al tema “Brucerete come nel ‘36”, riferendosi al periodo della guerra civile spagnola del 1936, durante la quale furono assassinati 13 vescovi 4.184 Sacerdoti, 2.365 religiosi e 283 religiose, molte delle quali furono anche violentate.

Un altro slogan in voga, sempre su Twitter, è legato a coloro che si firmano ‘le figlie delle streghe che non potresti bruciare’, donne che propongono lo slogan ‘la chiesa che più illumina è quella che brucia’. Nonostante le proteste e le denunce di molti utenti, Twitter non ha ancora rimosso tutti questi atti di istigazione alla violenza dimostrando, così, di non considerare né i cristiani né tanto meno la loro causa.

Dinanzi al comportamento scorretto del social, molti utenti hanno pensato di controbattere utilizzando l’hashtag “#Yoapoyoalclero”, sostenendo il preziosissimo lavoro svolto dalla Chiesa Cattolica in Spagna.

 

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