Consiglieri comunali e sindaco chiedono lo stop alla pillola abortiva RU486
DOPO CHE CONSIGLIERI COMUNALI E ASSESSORI DEL PD HANNO INCITATO ALLA RIMOZIONE DEI MANIFESTI CONTRO LA PILLOLA ABORTIVA, DIVERSI DI ESSI IN ITALIA SONO STATI IMBRATTATI, ALCUNI CON LA FIRMA “NON UNA DI MENO”. “NON CI MERAVIGLIAMO PIÙ DELL’ATTEGGIAMENTO DELLA DITTATURA DEMOCRATICA”…
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Di Angelica La Rosa
“La pillola abortiva RU486, utilizzabile fino alla nona settimana di gravidanza secondo le Linee guida del ministro Speranza, diffonde il delitto dell’aborto, relegandolo nella dimensione privata, per di più mettendo anche in grave pericolo la salute della donna. Non è necessario essere cattolici o credenti, è sufficiente utilizzare la ragione per difendere la vita e comprendere che nessuno ha il diritto di fermare un cuore che batte e stroncare una vita umana, che inizia dal concepimento. I progressi dell’embriologia, della biologia e della genetica confermano che la persona anche allo stato embrionale ha organi funzionanti, prova sensazioni, sogna, soffre”.
Così hanno scritto Filippo Bianchi, Consigliere comunale di Bergamo, Orietta Pinessi, Consigliere comunale di Ranica, Luisa Pecce, Vicepresidente del Consiglio comunale di Bergamo, Michele Jacobelli, Sindaco di Palazzago, Matteo Baruffi, Consigliere comunale di Ranica, Santo Giuseppe Minetti, Consigliere comunale di Ponteranica e Giovanni Bertino, Consigliere comunale di Ranica.
Dopo che in questi giorni a Milano un Consigliere comunale del PD ed un Assessore comunale hanno incitato alla rimozione dei manifesti, intestandosene il merito, diversi di essi in Italia sono stati imbrattati, alcuni con la firma “Non una di meno”, ed altri rimossi.
“Non ci meravigliamo più dell’atteggiamento della dittatura “democratica”, continuamente impegnata per operare in modo violento e vigliacco la censura delle libertà di opinione ed espressione, della difesa della vita umana innocente e della salute della donna”, hanno commentato i Consiglieri Comunali e il Sindaco contrari alla pillola abortiva RU486.
A Bergamo, nonostante il Coordinatore di Lista Gori e i politici del PD, assieme alle organizzazioni “Non una di Meno Bergamo” e “Bergamo Pride”, si stiano adoperando per la rimozione di tali manifesti ed abbiano già iniziato a coprirli con degli striscioni, ci si augura che le Istituzioni garantiscano i diritti fondamentali di espressione ed informazione, “anche se a volte alcuni concetti non piacciono alle sinistre”, concludono Consiglieri e Sindaco.