“Quella pillola non è una caramella innocua e indolore. L’aborto non è un metodo contraccettivo”

Di Angelica La Rosa

“Ci troviamo davanti ad una vera e propria censura ideologica perpetrata da parte della Giunta del Partito Democratico di Rimini, ormai divenuta sistematica in tante città del nostro Paese”.

A dirlo è il consigliere regionale riminese della Lega Emilia Romagna Matteo Montevecchi in merito alla decisione dell’amministrazione comunale riminese di vietare l’affissione dei manifesti della campagna nazionale di Pro Vita e Famiglia contro la pillola abortiva Ru486 e a favore della salute delle donne.

“Il falso messaggio che sta passando non è quello di Pro Vita, come qualcuno cerca di far credere, semmai è quello mainstream che cerca di accelerare sempre di più il processo di desacralizzazione della vita umana e di banalizzazione dell’aborto, come se non si trattasse nemmeno più di un dramma. Ben venga invece il confronto, il dibattito, affinché possa finalmente passare il messaggio che quella pillola non è affatto una caramella, non è innocua e indolore e che l’aborto non è un metodo contraccettivo”, sottolinea Montevecchi.

Qualche tempo fa a Riccione si è svolta una bellissima mostra sulla vita del celebre genetista francese Jérôme Lejeune e sulla sua straordinaria testimonianza in difesa della dignità della vita, grazie ai ragazzi di ‘Centro21-Cuore21’, a cui presenziò anche il presidente dell’Assemblea Legislativa emiliano-romagnola Emma Petitti (PD). Proprio Jérôme Lejeune non ebbe timore nel definire questa pillola ‘il primo pesticida umano’. “Seguendo il controverso ragionamento della Giunta del Partito Democratico di Rimini quindi anche un evento del genere su Lejeune non dovrebbe essere permesso?”, chiede Montevecchi che continua: “oggi si rischia di essere etichettati e censurati per la sola ‘colpa’ di essere dalla parte della vita. Questo la dice lunga su coloro che, almeno all’interno del nome del loro partito, si fanno chiamare ‘democratici’, quando poi, come in questo caso, sono i primi a negare quella libertà che tanto invocano tramite decisioni liberticide come quest’ultima presa nei confronti dei manifesti di Pro Vita e Famiglia. Il Partito Democratico, al posto di ostacolare in tutto il Paese la libertà di espressione e di pensiero di chi non la pensa come loro o di chi semplicemente non rispetta i parametri politicamente corretti del pensiero unico, dovrebbe pensare bene di trovare soluzioni alla drammatica crisi demografica che vive il nostro paese, dato che nascono sempre meno bambini. Ogni anno tocchiamo il minimo storico delle nascite dall’Unità d’Italia ad oggi. Si dedicassero ad approvare le politiche pro family e pro life per cercare di invertire questa tendenza, invece di respingerle sempre e comunque in modo ideologico”.

 

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