Shemà. Commento al Vangelo del 1° gennaio della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

 

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: Lc 2, 16-21

venerdì 1 Gennaio 2021 

Solennità di Maria Madre di Dio e giornata per la pace

La giornata di oggi, 1° gennaio, è dedicata alla celebrazione della solennità di Maria SS. Madre di Dio, prima festa mariana comparsa nella liturgia ufficiale della Chiesa. In origine la liturgia celebrava semplicemente questo giorno come “dies in octava Nativitatis Domini”: in ricordo del rito compiuto otto giorni dopo la nascita di Gesù, e veniva proclamato questo Vangelo con un’attenzione particolare al rito della circoncisione di Gesù, che dava il nome a questa festa e inaugurava l’anno nuovo. La riforma liturgica post-conciliare ha stabilito di togliere dal titolo della festa la menzione della circoncisione e sostituire la festa del 1° gennaio con la festa della maternità divina di Maria, che dal 1931 veniva celebrata l’11 ottobre, a ricordo del concilio di Efeso (431) in cui Maria veniva proclamata Madre di Dio. Il vangelo di oggi mette quindi in evidenza la nascita di Gesù a Betlemme come Principe della pace, compiendo il desiderio profondo di tutti gli esseri umani, quello della pace  perché le profezie d’Israle attestano che il Messia è re di pace (cf. Is 9,5-6) e per i credenti cristiani è proprio Gesù Bambino che porta dono della pace al mondo, per tutta l’umanità. E nel Vangelo contempliamo la pace gioiosa dei pastori che testimoniano per primi lo stupore di un Dio che si fa Bambino  a tutti coloro che incontravano. E, in questo contesto, è proprio il testo del Vangelo che ci obbliga a rivolgere uno sguardo a Maria, che nel suo cuore, mette indialogo gli eventi con Dio, mentre questo Dio trasformava la sua vita, perché insieme al figlio che nasce, nasce anche la madre. Maria non è più una giovane donna che attende il Messia, ma una madre che ha partorito il Messia e che lo mette tra le braccia di chi desidera accoglierlo. Ecco il senso della circoncisione di Gesù: il re della pace, che Maria ha generato, viene segnato nella sua carne come un ben Jisra’el, un figlio di Israele, perché Gesù Cristo  non ha assunto una dimensione ideale, ma è stato sárx, carne, e per questo ha assunto un corpo discendente della stirpe di Abramo, circonciso come erede  e portatore delle promesse e delle benedizioni che Dio ha dato al suo popolo Israele, e poiché è scritto nel Libro dell’Esodo (cf. Es 12,48) che nessun incirconciso può partecipare alla Pasqua, Gesù la compie inserendosi nel popolo d’Israele. “La salvezza viene dai giudei” (Gv 4,22), perché anche il nome che gli viene dato, come ci racconta il vangelo oggi è Gesù Jeshu‘a, “il Signore salva”. Salva perché unisce per sempre la Chiesa e Israele, in un mistero che sarà segnato dalla croce, segno di contraddizione. Mistero di salvezza per tutti: Israele e le genti della terra, i pagani, perché un giorno farà dei due un popolo solo, e sarà la pace (cf. Ef 2,14). Preghiamo allora oggi perché la salvezza di Gesù sia davvero per tutti dono di pace, oggi e sempre. Buon 2021 a tutti voi!  

Lc 2, 16-21

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

 

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

 

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