Per il “sinistro” Corrado Augias la Calabria è “una terra perduta”

CARO AUGIAS NON ESISTONO TERRE, PERSONE O POPOLI PERDUTI. LEI NON CONOSCE LA DOTTRINA SOCIALE CATTOLICA!

Di Pier Luigi Tossani

Ospite della trasmissione di Rai 3 “Quante storie”, nel commentare l’operazione “Basso Profilo” che ha coinvolto, tra gli altri, Lorenzo Cesa e Francesco Talarico, il noto giornalista di Sinistra Corrado Augias ha affermato: «La Calabria è purtroppo una terra perduta, questa inchiesta e anche il maxi processo in corso, del quale i media non hanno parlato a sufficienza, lo dimostrano».

Inutile anche il tentativo del conduttore di aprire una riflessione: «E’ una frase tremenda dire “la Calabria è una terra perduta”…», Augias ha confermato la sua teoria: «E’ la mia opinione personale, dunque vale poco, vale quello che vale, è un sentimento, non un’affermazione politica. Io ho il sentimento che la Calabria sia irrecuperabile. L’ho visto anche in occasione delle ultime elezioni, avevano un candidato ottimo, un imprenditore calabrese, forte, che resta lì nonostante i rischi che corre, che dà lavoro: lo hanno escluso, hanno eletto un’altra persona che sfortunatamente è mancata. Detto questo, le inchieste di Gratteri vanno seguite con attenzione. Gratteri è calabrese, un altro uomo che è voluto restare in Calabria, fa una vita d’infermo, vive con 4 carabinieri intorno, quando va a zappare il suo piccolo orto la domenica ha 4 carabinieri agli angoli con i mitra, una vita che nessuno vorrebbe fare…».

Gentile Corrado Augias, è noto che le Sue recenti affermazioni sulla Calabria come «terra perduta, irrecuperabile» hanno fatto rumore, e ovviamente provocato comprensibili espressioni di risentimento, specie in quella regione.

Caro Augias dissentiamo profondamente dal Suo approccio alla questione.

Non esistono, in alcuna parte del mondo, terre, persone e popoli perduti e irrecuperabili.

Vi sono, semplicemente, contesti più o meno facili ad evolversi, a motivo di particolari problematiche storiche.

L’evoluzione culturale, politica ed economica, può avvenire nella misura in cui vi sia un’educazione al popolo al principio di sussidiarietà e di autentica partecipazione della persona e dei corpi intermedi della società alla gestione della cosa pubblica.

Questa è una cosa specifica della Dottrina sociale cattolica.

Nella fattispecie della Calabria, ci sentiamo di affermare che sostanzialmente questa educazione sia stata molto carente.

Cerchiamo di introdurre in Calabria i princìpi di cui parlavamo poco sopra e vedrete come cambierà.

Ecco qualche esempio:

1. Reddito di maternità per battere denatalità e aborto;
2. Riforma fiscale del quoziente familiare;
3. Libertà scolastica e riforma basata sul costo standard;
4. Sostegno ai giovani che intendono sposarsi e aprire imprese familiari.

Grazie anche a questi 4 approcci, la Calabria, come l’Italia, potrà grandemente progredire.

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