“Meglio i porci che il Messia”. Così fa oggi il mondo intero!

Di Padre Giuseppe Tagliareni

Il fondamento di tutta la religione è la fede, come quella di Abramo, di Mosè e di tanti altri antichi ebrei, che proprio per la fede in Dio affrontarono ogni genere di ostacoli, prove, contraddizioni, persecuzioni, fino al martirio.

La storia ebraica è piena di questi esempi mirabili: “Per fede, essi conquistarono regni, esercitarono la giustizia, ottennero ciò che era stato promesso, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, sfuggirono alla lama della spada, trassero vigore dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri” (Eb 12,33-34).

E per la fede affrontarono il martirio: “Furono lapidati, torturati, tagliati in due, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati – di loro il mondo non era degno!” (vv. 37-38).

Essi furono fedeli a Dio, anche a prezzo della vita. Tuttavia alla loro perfezione mancava qualcosa, che noi invece abbiamo: l’adesione a Cristo. Solo Lui ci giustifica davanti a Dio; solo il suo Sangue apre il Cielo per noi e per loro.

Gesù volle andare di là dal lago, nel paese dei Gerasèni, dove c’era un uomo posseduto da molti demoni.

Lo liberò e permise che i demoni facessero affogare una grossa mandria di porci, che pascolava lì vicino.

La gente, vista la strage, lo pregò di allontanarsi dal loro territorio. “È meglio avere i porci, che il Messia!”, dissero. Così fa oggi il mondo intero.

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