Ecco i rischi relativi alla distribuzione della Comunione sulla mano

LA COMUNIONE SULLA MANO NON È IGIENICA, PERCHÉ LE MANI SONO IL PRINCIPALE VEICOLO DEI MICROBI, E NON PERMETTE DI RICEVERE DEGNAMENTE GESÙ EUCARISTICO CHE IVI È REALMENTE PRESENTE IN CORPO, SANGUE, ANIMA E DIVINITÀ

Di Maria Bigazzi

Qualche mese fa era urgente l’appello di preghiera perché non venissero nuovamente sospese le Messe, rischio a cui ci siamo avvicinati nelle festività natalizie e che purtroppo si sta ancora verificando in alcuni Paesi del mondo. Oggi è necessario un altro appello, questa volta riguarda l’Eucaristia.

Con il pretesto del virus e delle varie norme di sicurezza, in molti, anzi troppi, si sono intromessi nelle questioni che riguardano esclusivamente la Chiesa. In Italia si è assistito al più grave intervento da parte dello Stato in tale ambito, con restrizioni e decisioni circa le celebrazioni, che hanno palesemente violato ciò che prevede l’Accordo con la Repubblica Italiana (Art 2, c1 – Art 5, c2).

Il governo non ha esitato ad intromettersi anche all’interno delle celebrazioni, in particolare intervenendo sul momento della distribuzione dell’Eucaristia, trovando l’appoggio anche di molti vescovi.

Il CTS oltre ad aver definito la distribuzione della Comunione una delle “fasi più critiche per la possibilità di diffusione interumana del virus SARS-CoV-2”, nel verbale n. 91 del 23 giugno 2020, ha raccomandato che le ostie siano “depositate nelle mani dei fedeli evitando qualsiasi contatto tra le mani dell’officiante e le mani dei fedeli medesimi”.

Di conseguenza, la maggioranza dei vescovi italiani, senza che la CEI si pronunciasse al riguardo, ha deciso e disposto che la Comunione potesse essere fatta solamente sulla mano, senza lasciare libertà di scelta al fedele.

A seguito di tale decisione, si sono registrati diversi episodi gravi, come quelli di sacerdoti che pubblicamente hanno vietato ad alcuni fedeli di ricevere la Comunione in bocca, modalità peraltro prevista dal documento della Congregazione del Culto Divino, il quale afferma che “il modo consueto di ricevere la Comunione deponendo la particola sulla lingua rimane del tutto conveniente e i fedeli potranno scegliere tra l’uno e l’altro modo”.

Con la repentina diffusione del virus da Covid 19, è stato quindi deciso che la Comunione venisse ricevuta solo sulla mano, provocando la sofferenza di tanti fedeli e anche sacerdoti.

Decisione questa, che oltre a non essere igienica, (in quanto le mani sono il principale veicolo dei microbi), non permette di ricevere degnamente Gesù Eucaristico che ivi è realmente presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità.

Con questo pretesto si è consolidato e confermato un indulto che è divenuto ormai una prassi. Inoltre, il momento della Comunione è ora preceduto da un esasperante rituale di sanificazione che distrae e distoglie l’attenzione da quello che si sta facendo e soprattutto da Chi si va a ricevere.

Sant’Alfonso Maria de Liguori insegnava che bisogna prepararsi a ricevere l’Eucaristia nel modo più conveniente possibile, perché – domanda – chi sarebbe degno di ricevere Dio se non un altro Dio?”.

Ma un’immagine suggestiva del momento in cui riceviamo Gesù, la fornisce san Francesco di Sales che così scrive: “Il sacerdote sull’altare prende tra le mani il Salvatore del mondo, vero Figlio di Dio, simile a rugiada discesa dal cielo e vero Figlio della Vergine, simile a fiore sbocciato dalla terra della nostra umanità, e lo offre in cibo di soavità alla tua bocca e al tuo corpo”.

Con quanta venerazione dovremmo ricevere il nostro Dio! Se crediamo che Egli è realmente presente in quella piccola ostia, non dobbiamo avere paura di perdere la salute ricevendolo, in quanto è Dio stesso che ci può dare la salute del corpo dello spirito. Diceva san Giuseppe Moscati che “la medicina è una grande scienza, ma il grande medico è Dio”.

I rischi che riguardano la Comunione sulla mano sono molti. Oltre a non essere il modo più conveniente e consono per ricevere l’Eucaristia, vi è anche il grave pericolo che vadano persi numerosissimi frammenti in cui è realmente presente Gesù, senza contare le possibili profanazioni.

La Chiesa ha sempre insegnato che all’Eucaristia dev’essere prestata una “premurosa attenzione” (Enciclica Ecclesia de Eucharistia). Oggi con tale pratica si rischia di perdere il senso del rispetto e di cadere nella superbia, perché non lasciamo che sia Cristo a venire in noi, ma siamo noi che lo prendiamo con le nostre mani.

Non essendo sacerdoti, come invece erano gli apostoli al momento dell’istituzione dell’Eucaristia, abbiamo la grazia di ricevere il nostro Dio per mano dei suoi ministri, e per accoglierLo è necessario prepararsi in modo rispettoso e in profonda adorazione. Il sacerdote, le cui mani sono state consacrate da Dio, è “Alter Christus”, ed è lui che porta a noi il Figlio di Dio, il quale durante il Sacrificio Eucaristico si incarna nelle sue “sante e venerabili mani”, come si incarnò nel seno della Vergine Maria.

Ricevendo l’Eucaristia in bocca e ancora di più se anche in ginocchio, riconosciamo la Maestà di Dio e la nostra indegnità davanti a Lui.

Riflettiamo sulla grandezza dell’Eucaristia e su quanta venerazione noi dobbiamo avere verso di essa. Non dobbiamo temere alcun male, perché riceviamo Colui che è il vero Medico che può sanare ogni situazione.

Uniamoci in questa crociata di preghiera quotidiana in difesa dell’Eucaristia, domandiamo a Dio la forza per ritornare alla verità, chiedendo unanimi ai vescovi e ai sacerdoti di non negarci di ricevere Gesù Eucaristico nel modo consueto e adeguato. Non dimentichiamo i diritti di Dio.

Le scelte di oggi segneranno il nostro futuro. Difendiamo l’Eucaristia con coraggio, ricordando le parole del Signore: “Sono io il Signore tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto; apri la tua bocca, la voglio riempire”(Sal 88,11).

 

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