Shemà. Commento al Vangelo del 4 febbraio della teologa Giuliva Di Berardino
Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.
Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
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IL COMMENTO TESTUALE
IL VANGELO DEL GIORNO: Mc 6,7-13
giovedì 4 Febbraio 2021
Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù che invia in missione i suoi discepoli. Ieri abbiamo contemplato quanto per Gesù sia stato deludente il suo ritorno a Nazaret a causa del rifiuto incontrato nella sua città e tra la sua gente. Eppure, come abbiamo già considerato ieri, questo pregiudizio nei suoi confronti non provoca in Lui una reazione di chiusura, o di ribellione contro i suoi concittadini. Gesù resta deluso, ma ama quelle persone che non lo accolgono, non facendo ciò che essi chiedono, non realizzando le loro aspettative, ma offrendo loro la possibilità di pensare, di ricercare, di accogliere nel tempo quell’amore che non sono riusciti ad accogliere subito. Così quella delusione si trasforma in opportunità: per gli abitanti di Nazareth e anche per tanti altri che aspettavano la salvezza e che abitavano nei villaggi vicini. Ecco perché, da quel momento, Gesù comincia ad andare per i villaggi della Galilea e oggi, come ho già detto, il Vangelo ci fa meditare che, per portare il suo amore che salva a più gente possibile, Gesù chiama delle persone e le coinvolge nella sua missione di salvezza e di amore. La missione allora viene dal desiderio stesso di Gesù di farci partecipare al Suo disegno di salvezza per tutti e anche per noi, oggi, per chi di noi accoglie queste parole, c’è un invio a scacciare gli spiriti immondi, a essere di sollievo agli altri nella sofferenza perché altri possano aprire le porte del cuore all’amore di Dio. E se nel testo i discepoli vengono inviati due a due, è perché, nel mondo antico, per dare credibilità a una testimonianza ci volevano almeno due persone, perciò potremmo dire che due persone sono il segno della testimonianza di comunione con l’intera comunità dei credenti. Così Gesù descrive gli atteggiamenti che i discepoli inviati devono avere in mezzo alla gente: sobrietà, disponibilità alla condivisione e all’ascolto altrui, ma soprattutto libertà interiore. Desidero brevemente soffermarmi su quest’ultimo principio della libertà interiore perché sembra essere fondamentale per Gesù e per partecipare alla sua missione, alla quale oggi il Signore chiama anche noi. La libertà interiore di Gesù, di fronte alle lodi e ai rifiuti, quella che abbiamo contemplato anche ieri, oggi per noi diventa una chiamata. Per questo, penso sia interessante avere presente su questo tema ciò che dice S.Ignazio di Loyola, fondatore di un grande e famoso oridne religioso dedicato alla missione, i Gesuiti. Per Ignazio, la libertà interiore, che lui chiama “santa indifferenza” è la condizione necessaria per poter partecipare alla missione di Gesù nel mondo. Leggiamo le parole di S.Ignazio di Loyola: “È perciò necessario renderci indifferenti rispetto a tutte le cose create, in tutto quello che è lasciato al nostro libero arbitrio e non gli è proibito; in modo che, da parte nostra, non vogliamo più salute che malattia, ricchezza che povertà, onore che disonore, vita lunga che breve, e così via in tutto il resto; solamente desiderando e scegliendo quello che più ci conduce al fine per cui siamo creati.“[Es 23] Chiediamo al Signore questo dono spirituale di liberarci e di alleggerirci dai nostri ideali, anche quelli giusti e cristiani, dalle nostre aspettative, dai nostri desideri…chiediamo di seguire davvero Gesù Cristo e la sua libertà, il suo rispetto, il suo amore che ci fa andare incontro agli altri con fiducia, così come siamo. Chiediamo la libertà di Gesù, che ci fa veri missionari, ci fa tutti fratelli e sorelle, gli uni degli altri, in nome di Dio. Buona giornata!
Mc 6,7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
IL COMMENTO IN VIDEO: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos