Shemà. Commento al Vangelo del 17 marzo della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: Gv 5, 17-30

mercoledì 17 marzo 2021

Oggi  il Vangelo ci fa meditare l’azione del Padre che è sempre azione di comunione col Figlio, comunione che è amore, forza di vita, Spirito Santo. Ecco dunque che questa comunione d’amore ci chiama oggi a partecipare a questa forza di vita, aprendoci a una nuova prospettiva: la prospettiva dell’eternità. Si tratta di una prospettiva, un punto di vista della realtà che ci viene offerta “dall’alto” grazie all’ascolto delle parole di Gesù e alla fede in Lui: “chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita”. Sono queste parole, poste al centro di questo testo articolato e complesso del Vangelo secondo Giovanni che ascoltiamo oggi, quelle parole che ci spingono a coltivare due atteggiamenti fondamentali del credente. Innanzi tutto l’ascolto, cioè l’accoglienza, la disponibilità all’opera di Dio Trinità, perché, come afferma Gesù in questo Vangelo: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Ascoltare è l’atteggiamento del Figlio, che oggi siamo chiamati a vivere in modo nuovo, in modo più profondo. Poi un secondo atteggiamento che oggi il Vangelo ci invita a vivere è la fede in Gesù, l’affidarsi al Figlio di Dio. È l’atteggiamento di fede, l’abbandono tra le braccia di Gesù, che, lo notiamo bene dal tempo verbale, ci fa vivere l’eternità di pace e di gioia non come realtà futura, ma come presente. Chi crede ha la vita eterna, dice Gesù, non l’avrà in un futuro, ma la possiede oggi! Questo è l’atteggiamento di fede che definisce la nostra vita presente, quella di ogni giorno. Ma non solo! Gesù aggiunge: chi crede non và incontro al giudizio, perché non si affida al giudizio degli altri e neppure al proprio giudizio, ma si lascia giudicare dall’amore misericordioso di Gesù, che ha preso su di sé ogni condanna e l’ha vanificata per mezzo del suo perdono e della sua passione. Così, ciò che ha vissuto Gesù nella sua Pasqua, nella sua passione, morte e risurrezione, viene comunicato anche a noi, ci viene offerto e, se noi l’accogliamo, tutto questo, appartiene anche a noi perché, come ci viene detto oggi per mezzo dell’annuncio di questo Vangelo, noi, tutti, per mezzo della Pasqua di Gesù, siamo passati dalla morte alla vita. Allora oggi chiediamo al Signore di immergerci sempre più in questa comunione con Dio Trinità d’Amore perché possiamo passare alla vera vita, a una vita più profonda, più vera e rileggere le nostre giornate come un dono d’amore e non come un tempo inutile che passa, senza prospettiva e senza nessun senso. Chiediamo al Signore oggi che la Pasqua, che celebreremo tra qualche tempo, non sia solo una festa di tradizione, o la festa di primavera e della vita in generale, ma la Pasqua sia per noi davvero quel passaggio consapevole che ci fa crescere, che ci fa rendere conto come siamo passati dalla morte, cioè da una visione della vita senza prospettive, senza senso, a una nuova visione della vita, un nuovo modo di sentire il tempo, la realtà, le relazioni. Chiediamo che questa Pasqua ci cambi la prospettiva con la quale vediamo il mondo: non più a partire dalla realtà, ma a partire dall’eternità, da ciò che ci attende. Allora tutto sarà più leggero, tutto più semplice! Il Signore ci aiuti a cambiare prospettiva, ad entrare in questo grande passaggio di fede che Lui stesso, fin da oggi, ci chiede. Buona giornata!   

Gv 5, 17-30


In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

 

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

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