L’adempimento del desiderio di una nazione e il “sì” più importante della storia
SE MARIA NON AVESSE AVUTO GIUSEPPE, COME MADRE SINGLE L’AVREBBERO LAPIDATA PER LEGGE
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Di Jozef Mikloško*
Ieri, nella festa di S. Giuseppe, è iniziato l’Anno della Famiglia e del Matrimonio, che è stato proclamato da Papa Francesco e che si concluderà nel giugno 2022 in occasione del 10° Incontro Mondiale delle Famiglie a Roma.
Ieri è stato celebrato anche il quinto anniversario della pubblicazione dell’Esortazione apostolica Amoris laetitia – La gioia dell’amore. La sua introduzione si conclude con le parole: “Spero che ognuno, attraverso la lettura, si senta chiamato a prendersi cura con amore della vita delle famiglie, perché esse «non sono un problema, sono principalmente un’opportunità»”.
La famiglia è il luogo a cui appartiene San Giuseppe. Dopotutto, era un sostenitore, guardiano e salvatore della Sacra Famiglia. Poco è menzionato nel Nuovo Testamento, non una sola sua dichiarazione è registrata.
Anche Maria era della famiglia di Davide, da cui sarebbe nato il predetto Messia. Quando fu trovato per lei lo sposo, Giuseppe, non aveva idea che le sarebbe stato chiesto di adempiere un compito misterioso dopo il suo fidanzamento, diventare la madre del Messia.
Poiché non dimenticava i suoi obblighi, chiese all’Arcangelo coraggiosamente: “Come accadrà?”, “non conosco un uomo”.
Se lo dice dopo il fidanzamento, che in quel momento significava un matrimonio, significa che aveva già rinunciato all’essere madre, per vivere in pieno la verginità matrimoniale. E Giuseppe doveva naturalmente sapere questo, altrimenti il fidanzamento non sarebbe stato valido. Con quel voto di verginità una donna della famiglia Davide rinunciava alla possibilità che la sua famiglia potesse dare alla luce il Messia.
Ma la risposta del messaggero di Dio è travolgente: “Lo Spirito Santo scenderà su di te” e “il potere dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra”. L’adempimento del desiderio della sua nazione è ora nelle sue mani. Maria non chiede dettagli per il suo futuro, ma accetta la volontà di Dio e dice il sì più importante della storia.
Quando Giuseppe notò il segreto di Maria, non riuscì a capirlo. La guardò con aria interrogativa e sospettosa: soffriva e taceva. La pace di Maria lo ha disarmato. Solo una persona innocente, facendo affidamento sul sostegno di Dio, avrebbe potuto comportarsi in questo modo. Decise di rilasciarla segretamente, ma una spiegazione divina arrivato con un sogno lo rassicurò. Quando Maria capì dal viso di Giuseppe che la sua maternità avrebbe avuto un protettore affidabile, celebrarono il matrimonio e iniziarono la vita familiare. Se Maria non avesse avuto Giuseppe, come madre single l’avrebbero lapidata per legge.
Al comandamento dell’imperatore Augusto, i loro cuori tremavano, perché conoscevano le profezie. Arrivarono fino a Betlemme, dove Maria partorì nella povertà e nell’inverno. Quante donne desidererebbero oggi la nascita di un figlio in una stalla? Quante donne rimarrebbero ferme sotto la croce del figlio? Quanti uomini, oggi, ricoprono disinteressatamente il loro nobile, ma pericoloso ruolo, di custodi delle loro mogli? Quanti si assumerebbero la responsabilità di una famiglia così vulnerabile? Quanti, come Giuseppe, accetterebbero il ruolo di genitore affidatario, in fuga in un paese sconosciuto, costretto alla vita difficile degli emigranti e poi ritornato in patria in un piccolo villaggio?
Maria insegnò a Gesù a parlare, camminare e pregare. Giuseppe gli insegnò a leggere, scrivere e conoscere le Scritture. Nel dodicesimo anno, Gesù iniziò a vivere la propria vita e Maria e Giuseppe sentirono che stavano cominciando a perderlo. Poi hanno vissuto insieme per altri diciotto anni felici. Gesù aiutò Giuseppe, piallò il legno, segò le stecche e trovò lavoro. Un giorno, però, pulì l’officina e posò i suoi attrezzi come se non volesse tornare da loro. Il momento per cui era nato si stava avvicinando. Non conosciamo le parole del suo addio a Giuseppe e Maria…
* Dal 2000 al 2005 ambasciatore Slovacco in Italia
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