Teologi “d’avanguardia”, preti confusi e attivisti LGBT fanno a gara tra chi le spara più grosse contro la Chiesa…

DOPO L’ULTIMO INTERVENTO DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE È INIZIATO L’ATTACCO ALLA CHIESA DI TEOLOGI PRO LGBT, LOBBY GENDER E CATTOCOMUNISTI…

Di Diego Torre

Si è fatto un gran parlare, nei giorni scorsi del Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso, eppure la dottrina della Chiesa è sempre stata chiara.

 

NO AL COMPORTAMENTO E NO AL RICONOSCIMENTO LEGALE

La Chiesa insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali. Il bene comune esige che le leggi riconoscano, favoriscano e proteggano l’unione matrimoniale come base della famiglia, cellula primaria della società. Riconoscere legalmente le unioni omosessuali oppure equipararle al matrimonio, significherebbe non soltanto approvare un comportamento deviante, con la conseguenza di renderlo un modello nella società attuale, ma anche offuscare valori fondamentali che appartengono al patrimonio comune dell’umanità” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, 3 giugno 2003,firmata Card. Ratzinger, con approvazione di  S. Giovanni Paolo II).

Se qualcosa non è conforme alla legge divina perché la Chiesa dovrebbe approvarla? Per avallare un errore morale?

 

NO ALLA BENEDIZIONE DELLE UNIONI (ma sì per le singole persone).

La stessa congregazione con l’approvazione di Papa Francesco in una nota del 15 marzo afferma che “la benedizione delle unioni omosessuali non può essere considerata lecita, in quanto costituirebbe in certo qual modo una imitazione o un rimando di analogia con la benedizione nuziale, invocata sull’uomo e la donna che si uniscono nel sacramento del matrimonio, dato che non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppur remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”.

Se qualcosa non è conforme alla legge divina perché la Chiesa dovrebbe benedirla? Per ingannare gli interessati? Per dare una falsa testimonianza?

Posizioni diverse non sarebbero che ipocrite captatio benevolentiae nei confronti non tanto degli omosessuali, bensì dell’omosessualismo ideologico, padrone della comunicazione massmediatica  e della cultura relativista.

Dopo quest’ultima nota della CDF, nel tentativo di compiacere lo spirito del mondo, è iniziata la gara fra teologi “d’avanguardia”, preti confusi e attivisti LGBT, a chi la spara più grossa contro la Chiesa.

Confondendo volutamente l’amore dovuto alle persone, qualunque sia la loro condizione, con la lotta alle situazioni di peccato, si blatera di mancata carità, negata accoglienza, ingiusta discriminazione, love is love, e compagnia belando nel gregge del politicamente corretto.

Ma ci insegna Benedetto XVI che bisogna “coniugare la carità con la verità non solo nella direzione, segnata da san Paolo, della «veritas in caritate» (Ef 4,15), ma anche in quella, inversa e complementare, della «caritas in veritate». La verità va cercata, trovata ed espressa nell’«economia» della carità, ma la carità a sua volta va compresa, avvalorata e praticata nella luce della verità” (Caritas in Veritate, 2).

E la verità sulla persona umana è scritta nella sua natura, creata da Dio stesso, e non nelle “sensazioni” di taluni. Essa è confermata dalla Rivelazione divina e dal magistero perenne della Chiesa e non è un’ideologia o un programma di partito che possano subire modifiche al mutare dei tempi e delle mode.  Il Papa e il Vaticano non potrebbero modificarla neanche volendo! E la Chiesa non può benedire tali unioni come non benedice qualsiasi rapporto che abbia caratteristiche di simil-coniugalità, anche fra eterosessuali, che non sia il matrimonio sacramentale. Dov’è la novità? Forse nella folle presunzione di fare dire, pensare ed insegnare alla Chiesa ciò che il mondo vorrebbe sentire, contestando peraltro un’indicazione interna alla sua stessa compagine?

Nostra Signora di Fatima disse a Suor Lucia (che lo scrisse al card. Caffarra) che la battaglia finale tra Gesù  e Satana riguarderà il matrimonio e la famiglia. Un altro segno che ci siamo?

 

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments