L’anima: ragione, libido o prigione dello spirito?

L’ANIMA RAZIONALE “È” INFATTI LO SPIRITO CHE TRASCENDE DI PER SÉ LA MATERIA E QUINDI IMMORTALE.

A cura di Andrea Sarra

L’uomo subirà il giudizio individuale, immediatamente dopo la morte. Questo non fa della morte una liberazione dal mondo né dell’anima una prigione dello spirito. L’anima razionale “è” infatti lo spirito che trascende di per sé la materia e quindi immortale. Gli gnostici, invece, avevano una visione tripartita ed elitaria dell’umanità: spirituali, psichici e terreni. E ritenevano lo spirito prigioniero e dell’anima e del corpo.

Invece nelle classiche tradizioni filosofiche, l’anima indica l’essenza dell’uomo, sia intesa come coscienza razionale (Socrate) sia come principio di vita (Aristotele). In entrambi i casi, qualcosa di distinto dal corpo, a volte inteso anche come involucro negativo. Oggi, invece chi parla di anima – anche nella psicanalisi – intende la mente, il cervello e le sue reazioni consce o inconsce al principio fisico-chimico di attrazione/repulsione. E spesso suppone che il principio originario non sia il Logos, ma il Caos, l’indeterminazione dionisiaca, vitalistica e orgiastica, in nome di cui Nietzsche denunciava, nell’Occidente e specialmente nel Cristianesimo, un istinto nichilista.

Nel video che segue le riflessioni del professor Pierluigi Pavone sulle tematiche citate.

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