Shemà. Commento al Vangelo della Solennità dell’Annunciazione del Signore

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: giovedì 25 marzo 2021

Annunciazione del Signore 

Oggi è la festa liturgica dell’Annunciazione del Signore, una ricorrenza che si fa cadere esattamente nove mesi prima del Natale. Comprendiamo allora che la sapienza della Chiesa Cattolica, che ha un suo calendario liturgico, mette in comunicazione la solennità della Pasqua a quella del Natale, attraverso la celebrazione di questa festa, che, anche dal punto di vista temporale, ci ricorda la modalità scelta da Dio per mostrarci il suo amore eterno e salvarci dalla tristezza eterna della mancanza di vita, del nulla.

Dio ha scelto al via della vita, ha scelto di darci la vita prendendo su di sé la nostra vita e assumendo la nostra carne, come ci conferma l’evangelista Giovanni nel prologo del suo Vangelo.

Ecco, oggi la liturgia ci fa meditare proprio questa via umana, questa mediazione del corpo, della carne, che Dio ha scelto. Perciò, come ogni uomo, il Figlio di Dio, che ha preso la natura umana, si è inserito in una cultura, in un popolo, in una terra.

Nel testo del Vangelo di oggi, tratto dal Vangelo secondo Luca, troviamo proprio tutti i riferimenti di  questo mistero che la Chiesa Cattolica, nella sua sapienza, ha chiamato col termine specifico di lncarnazione.

Il testo ci chiarisce quindi che Dio ci salva in un tempo, anzi, più propriamente “in quel tempo“, cioè in un tempo specifico, e in un luogo “una città della Galilea chiamata Nazareth“, che ancora oggi esiste. Il testo ci informa anche quello che ci ricorda San Paolo, cioè che il Figlio di Dio, come ogni uomo, è “nato da donna” (Gal 4,4). E ci presenta la donna che ha reso possibile questa via sorprendente di Dio, che è l’Incarnazione.

Colei che ha quindi collaborato con Dio perché la salvezza raggiungesse la nostra umanità è una vergine che, come è scritto, “si chiamava Maria”. Stando al testo, questa ragazza di nome Maria, non sembra essere una donna straordinaria: è una donna vergine, cioè non ancora sposata, ma comunque promessa sposa, come tutte le altre donne che, ancora troppo giovani, non si trovano ancora nello stato matrimoniale, ma si preparano a vivere la loro dimensione umana come spose e madri. Ecco, stando al testo Maria sembra anche non avvertire se stessa come una ragazza speciale, perché, quando riceve il saluto di un angelo mandato da Dio, che si rivolge a lei non in modo colloquiale, ma come se fosse una vera signora, Maria, è scritto, rimase turbata. La donna quindi che ha collaborato con Dio per la nostra salvezza è stata una donna che si è sempre percepita non speciale, non diversa dalle altre e sicuramente non andava in cerca di alimentare la propria autostima. Ora, Dio, come ci ha fatto notare San Bernardo, ma anche altri dottori della Chiesa e molti padri, ha aspettato il sì di Maria per salvarci, perché a Dio non servono donne straordinarie, non servono uomini illustri, a Dio servono uomini e donne che sanno sognare, che desiderano e amano la vita. Ecco, Maria ci mostra proprio questo oggi. Allora, celebrando questa festa, ricordiamoci di quello che è successo a Maria: desiderava la maternità e voleva farsi una famiglia e Dio ha rispettato il suo desiderio, ma ha reso divina questa sua maternità. Così il Signore fa con ciascuno di noi: non  elimina i nostri desideri, e i nostri sogni, ma ci chiede il permesso di purificarli, di trasfigurarli, affinché siano proprio questi desideri, queste passioni a farci vivere con Lui e come Lui. Buona giornata! 

Lc 1, 26-38


In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

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