Suor Alfieri: “riparta una scuola dei contenuti, non dei contenitori…”

UNA SCUOLA DELLE RELAZIONI, DELLE PROPOSTE CONDIVISE, DELLA COMPETENZA E DELLO SVILUPPO INTEGRALE DELLA PERSONA NON SI PUÒ AVERE CON LA DIDATTICA A DISTANZA

Di Suor Anna Monia Alfieri

I detrattori della libertà di scelta educativa, sempre più a corto di valide argomentazioni, ripetono il medesimo ritornello e considerano le scuole paritarie come postifici e diplomifici che drogano le graduatorie.

I sostenitori per contro sostengono che le scuole paritarie non solo non temono, ma auspicano i controlli numerosi ai sensi della L. 62/200 – ATS, NAS, Agenzia delle Entrate, ma addirittura non disdegnano la trasparenza invocata dalla sen. Granato, come evidenziato recentemente dalla stampa italiana.

E’ necessario capire come stanno le cose se davvero vogliamo uscire dalla crisi che attanaglia la scuola in Italia. Anzitutto la fata turchina che trasforma la zucca in una carrozza e i topolini in cavalli è una fiaba bella ma la vita reale si gioca con lavoro duro, abnegazione e soprattutto tempo. Se bastasse una bacchetta magica avremmo vinto la povertà nel mondo e vivremmo in un paradiso terrestre, senza il serpente tentatore, però.

Alcune letture di questi giorni mi paiono surreali come se in modo magico, appena insediato il governo Draghi, tutto sarebbe dovuto cambiare, con tutto aperto, con l’economia che riprende a mille, i consumi che si impennano, la movida, e gli aperitivi, le vacanze, gli ospedali vuoti, tutti vaccinati in un una settimana.

Il buon senso, nonché la razionalità, si perde dietro questi racconti surreali, che per un verso alimentano le aspettative, facendo precipitare da un piano sempre più alto la gente che si frantuma e a cui non resta che sperare nella la morte fisica; quella emotiva c’è già.

E’ un approccio che divide, che alimenta un senso di impotenza e, peggio, ci fa dire “Tant’è, cambiato l’ordine degli addendi non cambia nulla”. Non è così. Non è cambiato l’ordine degli addendi: sono cambiati proprio gli addendi che oggi si chiamo competenza, credibilità e coraggio. E’ chiaro a chi ragiona che la vittoria di questo governo consiste nella salvezza della Nazione, cioè di gente disperata, di studenti senza futuro che non possono reggere i detrattori incapaci di dare il loro contributo e che non trovano di meglio da fare che tagliare le gambe alle idee. Scendete in campo mettetevi in gioco: è facile parlare da una comoda poltrona rossa mentre va in scena la tragedia.

Ecco perché queste ultime chiusure sono l’anticamera di una grande riapertura per tutti, con una scuola nuova. Non si punta a riaprire le porte, ma i cervelli. Riparte una scuola dei contenuti non dei contenitori. Una scuola delle relazioni, delle proposte condivise, della competenza e dello sviluppo integrale della persona. Né DAD né DDI possono farcela.

Per una scuola che ritorna ad essere al centro del Paese non bastano più le briciole: occorre un intervento di sistema e sistemico che prenda in considerazione tutto il Sistema Nazionale di Istruzione.

Parliamo di FONDI a favore della libertà di scelta educativa dei genitori che garantisce un pluralismo educativo…è questo il futuro di una Nazione che intenda tornare ad essere protagonista in Europa e nel Mondo.

Registriamo con gratitudine che il neo Ministro Bianchi, forte di un Governo di unità Nazionale, abbia firmato con largo anticipo il 12.03.2021 il decreto che stanzia 513.734.589 euro per i 900 mila allievi (circa 570 euro ad allievo) che frequentano le scuole paritarie. A queste risorse si aggiungono 113,4 Mln di euro destinati a favorire l’inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità: sono circa 8mila euro per allievo, a cui si aggiungono le provvidenze di Regione Lombardia che stanzia 3mila euro per la disabilità, 500 euro stanziati dal Comune di Milano per gli allievi disabili dell’Infanzia e le provvidenze di altre Regioni come il Veneto. Avevo elaborato una prima tabella excel che verrà migliorata regione per regione (link). Dalla tabella si evince con chiarezza che la libertà di scelta educativa è possibile grazie alla compartecipazione di tutti: Miur, Chiesa, Regioni, Province, Comuni. Soltanto un patto educativo globale può scongiurare la catastrofe educativa.Sta a noi crederci e perseguire lo scopo tappa dopo tappa.

Il Premier Draghi, sin dal suo insediamento al Governo, non ha declinato mai il termine “scuola” in “statale” e “paritaria”; da europeista sa che sono pubbliche entrambe e anche il Ministro Bianchi, che ha ricevuto il mandato di porre al centro del Paese la scuola, non declina: parla sempre e solo di “scuola”. Bisognerà che tutti si abituino a parlare di scuola pubblica, autonoma, libera, trasparente sotto lo sguardo garante dello Stato. E’ un cambio epocale: infatti, quando il ministro Bianchi firma il decreto che definisce i criteri e i parametri per l’utilizzo dei 61.944.000 euro destinati all’ampliamento dell’offerta formativa, chiarisce che saranno utilizzati dalle scuole anche per mettere in campo azioni mirate in risposta ai problemi determinati dalla pandemia, soprattutto nelle aree maggiormente disagiate del Paese.

Per questo motivo stridono affermazioni di sfiducia del tipo “questi ci chiuderanno come gli altri”, “questi ruberanno come gli altri”, “questi faranno morire le scuole paritarie come gli altri”. E’ assolutamente necessario non rompere mai quel necessario rapporto fiduciario con le istituzioni e scegliere di collaborare con tutti – atei, cattolici, ebrei, comunisti e liberali – perché nessun corpo potrà mai imprigionare una buona idea… e se si ostenta il corpo è segno che l’idea non c’è.

Ma torniamo alla pietra dello scandalo che sembra offuscare tutti i numerosi passaggi positivi sopra evidenziati. “Via libera, in Consiglio dei Ministri, al decreto legge sostegni che prevede 300 milioni di euro per sostenere le istituzioni scolastiche nella gestione dell’emergenza sanitaria (link)”. Il grido all’unisono: “300 Mln solo per le scuole statali!

Ancora una volta si discriminano le scuole paritarie”. Poco importa che siamo su un decreto già strutturato, difficilmente modificabile, con vincoli che impediscono, cioè, il cambio della destinazione e della somma. Un particolare: 300Mln di euro per 8Milioni di studenti sono poco meno di euro 37,50 ad allievo. Briciole, che non servono a niente e nessuno.

Un conto è portare avanti l’ideale di un pari trattamento delle scuole paritarie rispetto alle scuole statali, ma solo ed unicamente perché si punta ad un diritto di apprendere degli allievi senza discriminazione economica, alla garanzia della libertà di scelta educativa, alla garanzia dei docenti non più considerati di serie A e di serie B.

Allora si guarda in faccia il problema che si chiama divario fra il Nord e il Sud, deprivazione culturale, dispersione scolastica; si punta a dare l’opportunità a molti ragazzi che vivono in aree svantaggiate affinché abbiano le stesse opportunità dei compagni. La scuola che diventa un ascensore sociale, che colma il divario, non può chiedere contributi a pioggia, in modo indiscriminato, non finalizzati a dare pari opportunità. Solo in quest’ottica potremo leggere questo decreto.

Gli ideali hanno bisogno di una onestà intellettuale. Ecco perché, mentre si sostiene che il giro di vite è avvenuto, puntiamo a scongiurare la povertà educativa e le diseguaglianze e avremo un paese più giusto ed equo, cittadini capaci di sdegnarsi per le cose che meritano lo sdegno e il coraggio per cambiarle.

Allora riportiamo anche il passaggio seguito al decreto dei 300 mln di risorse per accompagnare la chiusura dell’anno scolastico e la costruzione di un ponte verso il prossimo, per il recupero di competenze e socialità. Da qui è evidente il cambio di rotta e l’attenzione alla povertà educativa per superare le diseguaglianze. Ma accanto a questo c’è l’impegno concreto del governo di unità Nazionale e del Parlamento di mettere finalmente mano al sistema scolastico paritario in modo unitario e complessivo senza briciole da elemosinare ogni anno dopo vent’anni è legittimo esserne stanchi.

Quindi si punta ad una riforma epocale: libertà educativa ai genitori, autonomia alla scuola, pluralismo educativo sotto lo sguardo garante dello Stato, la necessaria trasparenza, la pubblicità dei bilanci e la rendicontazione dei contributi: sarà la morte delle scuole malavitose; non saprei in quale altro modo definire i diplomifici e i postifici che si nutrono delle speranze dei giovani rubando loro il futuro.

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Fantastico