Il cardinal Burke: “c’è un’aggressiva agenda omosessualista all’interno della Chiesa”
Secondo il Cardinale americano i vescovi che sfidano apertamente il decreto che vieta le benedizioni omosessuali dovrebbero volontariamente “rinunciare” al loro ufficio
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Di Matteo Orlando
La sfida da parte di vari sacerdoti e vescovi, di diverse parti del mondo, al chiarissimo “no” del Vaticano alle benedizioni per le coppie omosessuali, è stata definita dal cardinale Raymond Leo Burke (intervistato da Raymond Arroyo per EWTN) come il contraccolpo “della mondanità che è entrata nella Chiesa grazie ad un’agenda omosessuale aggressiva che sta ora dominando anche in certi circoli ecclesiali e persino tra certi vescovi”.
Secondo il Cardinale americano, che è l’ex capo della più alta Corte vaticana ed è uno dei principali canonisti del mondo, il responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede “afferma semplicemente ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e praticato riguardo all’attrazione per lo stesso sesso e quando porta poi ad atti che sono intrinsecamente disordinati, non secondo il piano di Dio. E quindi non c’è niente di cui stupirsi”.
Per il card. Burke la frase del decreto che parla di “elementi positivi” in tali rapporti richiede “un necessario chiarimento” perché se si intende che la relazione stessa ha “elementi positivi”, ciò, “ovviamente, sarebbe problematico”.
Il cardinale Burke ha spiegato che i vescovi che sfidano apertamente il decreto, citando in particolare, il vescovo belga Johan Bonny, dovrebbero volontariamente “rinunciare” al loro ufficio.
“Il vescovo, se è addolorato per quanto dichiarato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, allora dovrebbe esaminare se stesso riguardo alla propria coerenza con la fede cattolica. E, se non si attiene alla fede cattolica, dovrebbe rinunciare al suo ufficio. Deve essere sollevato dall’incarico di vescovo diocesano, perché questo è semplicemente inaccettabile”.