Per una paura (ingiustificata) molti hanno perso il vero senso del valore della Messa

Nei momenti in cui noi cristiani celebriamo feste importanti, si verificano puntualmente situazioni sgradevoli e dolorose: attacchi di ogni genere contro Dio, contro la dignità dell’uomo, attacchi terroristici e polemiche di ogni tipo…

Di Maria Bigazzi

È passato un anno dall’inizio della situazione che stiamo vivendo ancora oggi e, a guardarsi dietro, non è forse lecito domandarsi cosa sia cambiato in tutto questo tempo?

Di cose ne sono cambiate, ma non in bene. Infatti ci troviamo a celebrare la seconda Pasqua chiusi nelle nostre case come l’anno scorso, con la differenza però che nel frattempo il Paese si trova in una condizione disastrosa.

Migliaia di persone hanno perso il lavoro, gli anziani sono rimasti soli e tanti sono morti senza più vedere i loro cari, i bambini sono senza la vera scuola, perché la DAD, per quanto la si voglia presentare come soluzione, presenta più lacune che altro, oltre a essere la rovina di intere generazioni di ragazzi e bambini.

Nel frattempo, sul territorio abbiamo cambiato tutti i colori possibili per tornare sempre allo stesso punto: chiusi e soli.

L’anno scorso si è dovuta sopportare l’ingiusta chiusura delle chiese, ritenute come normali attività lavorative, e quindi sottoposte alle restrizioni del governo.

Molti lo ritenevano giusto e ancora adesso pensano che recarsi alla Messa sia qualcosa di non necessario, difatti anche per Natale e per Pasqua abbiamo dovuto tenere il fiato sospeso e pregare intensamente per non ritrovarci nella medesima situazione.

E se oggi possiamo recarci alla Messa e festeggiare la Pasqua non lo dobbiamo certo alle autorità,  quanto a Dio che ha avuto pietà di noi.

Ma a cosa è servito tutto quello che abbiamo vissuto? A guardarsi attorno non si vedono migliorie…

Si sentiva dire che tale situazione sarebbe stata una lezione per ritornare all’essenziale della nostra vita, per renderci conto dell’importanza delle cose che diamo per scontate.

Il risultato però è stato quello di ritrovarci senza nessuna delle cose che prima davamo per scontate e che oggi non sembrano nemmeno più essere così importanti.

Le continue restrizioni inoltre, hanno contribuito a creare l’idea che molti aspetti della nostra vita non sono più necessari e che quindi è bene rinunciarvi.

Questo è quanto è successo anche con le Messe. A causa delle tante limitazioni, il rischio reale, e non immaginario, è quello che si è perso il vero senso del valore della Messa e delle grazie che vi si ricevono. Per il bene comune è giusto sospendere le funzioni oppure limitarle, e perché no, anche utilizzare le chiese per somministrare il vaccino. Dio viene messo da parte per fare spazio al nuovo vitello d’oro. 

E’ sempre più evidente l’attacco della società verso Dio. In pochi giorni solo qui in Italia abbiamo assistito a continue profanazioni, blasfemie e oltraggi. Un vero e proprio attacco che non vede una fine.

Ma di fronte all’evidenza, sono ancora tanti quelli che ritengono irrilevanti tali fatti rispetto a problemi come quello di approvare una legge che vieti la libertà di opinione.

Abbiamo assistito al risveglio di tanti che si dicono pro-choice, (ovviamente con la vita degli altri) e favorevoli alla libertà delle persone (ovviamente di quelli che decidono loro) dilettarsi penosamente a fare ramanzine su cosa devono pensare le persone e su quello che è giusto o sbagliato.

La libertà oggi consiste nel dover tenere determinati comportamenti scelti da una parte della società e tacere su ogni altra questione.

Non ci si può certo fare domande su quello che accade, altrimenti si rischia di diventare scomodi per chi comanda.

La grande ipocrisia che non avrà mai fine è proprio questa: dichiararsi a favore delle libertà delle persone ed eliminare tutti quelli che la pensano diversamente.

E in tutto questo, il primo obiettivo è proprio quello di eliminare Dio dalla società, in quanto solo Lui è la Verità che apre gli occhi di chi si lascia guidare dalla Sua Grazia.

Lo abbiamo potuto constatare l’anno scorso, quando siamo stati privati dell’unico Nutrimento dell’anima e di tutto ciò che abbiamo di più importante per mesi.

Ora continuiamo ad assistere a numerosissimi attacchi alla santa Eucaristia e alla nostra Fede.

Proprio nei giorni in cui il Signore ha cominciato la Sua Passione, ha istituito l’Eucaristia ed è morto e risorto per noi, vediamo un vero e proprio odio verso di Lui che sanguina dal dolore per le nostre iniquità.

Sempre nei periodi più importanti dell’anno, e in particolare nei momenti in cui noi cristiani celebriamo feste importanti, si verificano puntualmente situazioni sgradevoli e dolorose: attacchi di ogni genere contro Dio, contro la dignità dell’uomo, attacchi terroristici e polemiche di ogni tipo…

Tutto per allontanarci dall’unico vero faro che le nostre pupille non devono mai perdere: Gesù.

Riflettiamo sulla situazione che stiamo vivendo e sulla grazia che abbiamo di partecipare alle celebrazioni eucaristiche, ripariamo i continui oltraggi verso Dio che ci dimostra tutto il suo Amore, rimanendo presente nella santa Eucaristia dove si espone a ingiurie, insulti e violenze di ogni genere, pur di restare in mezzo a noi.

Ma fino a quando il Signore sopporterà così tanto male e odio verso di Lui? A noi non è dato saperlo, ma riflettiamo sul versetto del Vangelo in cui Maria Maddalena non trovando più Gesù nel sepolcro afferma piangendo: “Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto”.

Senza il Signore non possiamo nulla, e se a causa delle nostre iniquità vivessimo un lungo Sabato Santo senza la Sua divina presenza in mezzo a noi, grideremo allora con il salmista: “Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?” “Sarà forse per sempre?” (Sal 13,1).

Che Dio ci preservi da tale prova e affidiamoci in questo Triduo Santo a Lui, ritornando alle celebrazioni senza paura, lodando e ringraziando Dio per la Sua presenza non scontata in mezzo a noi. Cerchiamo il Signore finché si fa trovare, invochiamoLo mentre è vicino (Is 55,6).

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