Altri traditori della Parola di Dio: le Comunità di base pro benedizioni gay
CONTINUANO LE PROTESTE CONTRO IL RESPONSUM DELLA CONGREGAZIONE DELLA DOTTRINA PER LA FEDE CHE VIETA LE BENEDIZIONI PER LE UNIONI OMOSESSUALI. MENTRE A FAVORE DELLA SANTA SEDE INTERVIENE IL CARDINALE AFRICANO BURKINABÉ PHILIPPE OUÉDRAOGO, LA COMUNITA’ CRISTIANA DI BASE “S. PAOLO” VA ALL’ATTACCO DI PAPA E CDF
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Di Emaneuela Maccarrone
Dal 15 marzo, giorno in cui la Congregazione ha emesso il Responsum riguardo il diniego vaticano alla benedizione delle unioni omosessuali, una parte di presunti cattolici di tutto il mondo hanno mostrato di non gradire la posizione della Santa Sede, a partire dalla Chiesa cattolica tedesca.
Ma i dissensi, come sappiamo, non sono mancanti neanche in Italia. Sulla questione si è recentemente espressa anche la Comunità cristiana di base San Paolo in Roma. La Comunità ritiene “inaccettabile” il responso della Congregazione: “noi riteniamo che il diktat vaticano vada respinto, sia nel metodo che nel merito”.
Secondo tale comunità il Responsum “va ritenuto inammissibile, sotto l’aspetto biblico, teologico e storico”. A loro parere “è scandaloso considerare peccaminoso l’amore di una coppia omosessuale” dal momento che, a loro dire, “Dio le ha create così, e dunque anche per innamorarsi di persone dello stesso sesso, perché non dovrebbero vivere di conseguenza e con gioia la loro sessualità?”.
A quanto pare, in questa, come in molte altre Comunità “cristiane” di base, hanno dimenticato alcune verità fondamentali, ossia che esiste una volontà divina e un ordine nel creato stabiliti da Dio stesso che non possono essere sovvertiti dall’uomo. Volontà divina che emerge chiaramente sia nell’Antico Testamento sia nelle lettere di San Paolo apostolo.
La Chiesa cattolica, in quanto Sposa di Cristo, ha il dovere di attenersi, di rispettare e di difendere la Legge di Dio. In tal senso, come è stato più volte ribadito, la Chiesa ha sempre avuto un atteggiamento di accoglienza verso tutti i fedeli e di rigetto per ogni forma di discriminazione e di condanna. Ma nel Catechismo della Chiesa cattolica si legge chiaramente che il compito di interpretazione della Parola di Dio, sia scritta sia trasmessa, è affidato al Magistero della Chiesa che, in questo esercizio, “non è al di sopra della Parola di Dio, ma la serve, insegnando soltanto ciò che è stato trasmesso”.
Risulta ridicola, inoltre, l’accusa alla Santa Sede di avere preso questa decisione, a nome di tutta la Chiesa, “senza un confronto con i presidenti di tutte le Conferenze episcopali” e senza “interpellare organizzazioni di cui fanno parte persone LBGTQ+ di religione cattolica”.
Nei giorni scorsi il cardinale Burkinabé Philippe Ouédraogo, durante la veglia pasquale nella cattedrale di Ouagadougou, ha invitato i cristiani a ribellarsi al matrimonio tra persone dello stesso sesso. Il porporato ha esortato “le famiglie cristiane a ribellarsi all’imperialismo di alcune lobby e associazioni che sostengono e vogliono imporre il matrimonio tra persone dello stesso sesso e la dissolutezza”. Il prelato ha manifestato anche la sua opposizione alla poligamia e all’adulterio prima di esaltare l’indissolubilità del matrimonio cristiano. Infine ha condannato “l’insidiosa imposizione di metodi contraccettivi antinatalisti” su donne e ragazze, ma anche aborti e omicidi.