Siamo nel tempo della grande apostasia: molti rinnegano la fede, non credono in Dio-Cristo-Chiesa

Gesù ci interpella: «Volete andarvene anche voi?»

Di Padre Giuseppe Tagliareni

Dopo la sua conversione Saulo si mise a predicare già a Damasco. Ma i giudei cercarono di ucciderlo, per cui dovette fuggire. In seguito si recò a Gerusalemme, ma i cristiani lo temevano. Anche lì i giudei tentarono di ucciderlo ed egli fu fatto  scappare nella sua patria, Tarso. “La Chiesa era in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero” (At 9,31).

Molti si convertirono, soprattutto per i miracoli che accompagnavano la predicazione del Vangelo. Pietro in particolare, evangelizzò la fascia costiera: a Lidda guarì un certo Enea che da otto anni era paralitico ed a Giaffa risuscitò una ragazza morta da poco. Ovviamente egli lo faceva pregando e sempre nel nome di Gesù, che così confermava la parola dei suoi Apostoli.

La predicazione del Vangelo è stata sempre connotata da due eventi opposti: da una parte i miracoli; dall’altra parte l’ostilità fino alla persecuzione. L’ultimo e più grande segno è il martirio per Cristo.

Siamo nel tempo della grande apostasia: molti rinnegano la fede e non credono più né in Dio né in Cristo né nella Chiesa. Gesù ci interpella: «Volete andarvene anche voi?». Ad ognuno la sua risposta. “Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

 

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