Anche in Italia arriveremo all’eutanasia giustificata dalla parziale perdita di udito o vista?

Criteri di selezione assurdi hanno legittimato in Olanda una crescente soppressione di anziani, a tal punto da meritarsi il paragone con la Germania del periodo nazista

Di Emanuela Maccarrone

L’associazione Luca Coscioni ha comunicato l’avvenuto deposito in Cassazione della richiesta di referendum per la legalizzazione dell’Eutanasia in Italia.

Dal 1° luglio al 30 settembre l’associazione si attiverà per la raccolta delle 500 mila firme necessarie a convocare l’istituto giuridico.

Come si apprende dal comunicato, si tratta di “un referendum parzialmente abrogativo dell’articolo 579 del Codice penale, sul cosiddetto omicidio del consenziente”.

Nel nostro Paese, infatti, è vietata sia l’eutanasia attiva diretta, in cui è il medico a somministrare il farmaco eutanasico alla persona che ne faccia richiesta (articolo 579 del Codice penale – Omicidio del consenziente), sia l’eutanasia attiva indiretta in cui il soggetto agente prepara il farmaco eutanasico che viene assunto in modo autonomo dalla persona (articolo 580 del Codice penale – Istigazione e aiuto al suicidio).

Il referendum abrogherebbe parte dell’art. 579 permettendo da un lato di distinguere l’aiuto al suicidio e dall’altro di depenalizzare l’eutanasia.

Secondo Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, la disattenzione del Parlamento sull’argomento ha dichiarato che “se non si interviene ora con il referendum, il problema sarà spazzato sotto il tappeto ancora per molti anni, e noi non lo vogliamo permettere”.

A suo dire si tratta di agire tempestivamente per “rispetto alle troppe persone costrette a subire condizioni di sofferenza insopportabile imposta dallo Stato italiano”.

Cappato and Company vogliono forse ridurre l’Italia alle condizioni dell’Olanda?

Tanto per far chiarezza, in Olanda l’eutanasia è in vigore da tempo. Ed è recente la notizia della geriatra Diane Meier che attraverso un articolo, pubblicato sul Jama Internal Medicine, ha  denunciato i pericoli di questa pratica.

Da uno  studio condotto dal gruppo della ricercatrice Vera van de Berg è emerso che l’eutanasia è consentita anche per sintomi quali la perdita parziale dell’udito e della vista, stanchezza cronica e generici dolori, tutti giustificati con la dicitura ‘sofferenza insopportabile’.

Questi criteri di selezione hanno legittimato in Olanda una crescente soppressione di anziani, a tal punto da meritarsi il paragone con la Germania del periodo nazista.

Le vittime di questa agghiacciante pratica non sono solo gli anziani, ma  anche i bambini olandesi.

In un articolo dello scorso anno, per esempio, ‘La Repubblica’ comunicava la notizia dell’eutanasia anche per i malati terminali minori di 12 anni .

Il ministro della Salute olandese, Hugo de Jonge, dichiarò che anche per i più piccoli era legittimo evitare sofferenze insopportabili per le quali non ci sono cure. In Olanda, infatti, l’eutanasia era già consentito per i malati terminali con un’età maggiore di 12 anni.

È proprio vero che l’Occidente cammina a grandi passi verso il ‘culto alla morte’. È necessario chiedersi che fine ha fatto la dignità umana?

A riguardo, la Dottrina della Chiesa cattolica è molto chiara: “la fonte ultima dei diritti umani non si situa nella mera volontà degli esseri umani, nella realtà dello Stato, nei poteri pubblici, ma nell’uomo stesso e in Dio suo Creatore”.

Dio ha riconosciuto a tutti gli uomini la dignità umana, dal concepimento alla morte naturale.

Con la Dichiarazione sull’eutanasia, la Congregazione per la Dottrina della Fede aveva già specificato: “è necessario ribadire con tutta fermezza che niente e nessuno può autorizzare l’uccisione di un essere umano innocente, feto o embrione che sia, bambino o adulto, vecchio, ammalato incurabile o agonizzante (…).Nessuna autorità può legittimamente imporlo né permetterlo. Si tratta, infatti, di una violazione della legge divina, di una offesa alla dignità della persona umana, di un crimine contro la vita, di un attentato contro l’umanità”.

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