Scismi ed eresie si susseguono, ma la Chiesa non può morire

Gesù ha promesso la sua assistenza

Di Padre Giuseppe Tagliareni

 Il I Concilio di Gerusalemme si chiuse con una lettera che gli Apostoli e gli Anziani scrissero ai “fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia” (At 15,23) per incoraggiarli. Imposero loro alcune regole, ma non la circoncisione.

È il primo documento magisteriale della Chiesa, che da Gesù ha il potere di insegnare e dettare le regole sia delle cose da credere (dogma), sia delle cose da fare (morale).

Nessuno può arrogarsi questo potere che appartiene agli Apostoli con a capo Pietro e agli Anziani riuniti e concordi.

Nel futuro, molti presumeranno di avere questo potere e porteranno fuori strada: Ario negò la divinità di Gesù Cristo e fu condannato al I Concilio di Nicea (325); Lutero (1517) negherà la Messa, il Papato e i Sacramenti e fu condannato dal Concilio di Trento; Enrico VIII negherà l’ubbidienza al Papa (Clemente VII) e farà staccare da Roma tutta l’Inghilterra non più cattolica (1534).

Scismi ed eresie si susseguono, ma la Chiesa non può morire, perché Gesù ha promesso la sua assistenza. Le porte degli Inferi non prevarranno.

“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”: il comando di Gesù è facile e idoneo a renderci uniti e concordi nel suo nome. Allora portiamo frutti che rimangono e diventiamo degni di essere chiamati non servi ma amici.

La religione vera è questa in cui Dio è Padre e noi suoi figli, tutti uniti dall’amore gli uni per gli altri.

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