Uniti alle voci che si alzano in difesa della vita, senza se e senza ma…

UN EVENTO DEL QUALE BISOGNEREBBE LEGGERE LA NOTIZIA A CARATTERI CUBITALI SU OGNI GIORNALE, SITO INTERNET O TELEGIORNALE MA CHE, INVECE, RISCHIA QUASI DI ESSERE SILENZIATO DAI MEDIA

Di Antonella Paniccia

Alle ore 10,30 di sabato 22 maggio, in Piazza del Popolo a Roma, si terrà la Marcia per la Vita, una manifestazione a carattere nazionale autorizzata dal Viminale, alla quale si potrà partecipare anche se provenienti da regioni in zona arancione o rossa.

Si tratta di un evento del quale bisognerebbe leggere la notizia a caratteri cubitali su ogni giornale, sito internet o telegiornale ma che, invece, rischia quasi di essere silenziato dai media.

Sì, perché la vita di tutti conta – com’è giusto che sia – tranne quella di chi non ha ancora voce e non ha difesa alcuna, di quell’essere umano così debole (come scriveva il Papa Giovanni Paolo II nell’Evangelium Vitae) da essere privo anche della difesa costituita “dalla forza implorante dei gemiti e del pianto del neonato”.

Oggi, quelle parole usate come talismani e ampiamente diffuse dalle ideologie correnti, hanno rimpiazzato la parola aborto con interruzione di gravidanza o salute riproduttiva, così da non lasciar pensare più all’uccisione di un bambino ma, quasi, ad un atto compiuto a fin di bene. E non si parla più di bambino ma di feto, cioè qualcosa di misterioso, ritenuto un ingombrante e inutile fardello di cui liberarsi e che può anche essere smaltito tra i rifiuti ospedalieri. Così, proprio in tal modo, milioni di bambini innocenti vengono ogni anno atrocemente soppressi tra l’indifferenza generale di quanti, talvolta, ignorano davvero il dramma che sta accadendo nella società: un male così immenso da rappresentare l’inferno su questa terra!

Lo stesso Concilio Vaticano II, che tanto spesso viene citato dai cattolici cosiddetti progressisti, definì l’aborto quale delitto abominevole. Basterebbe rileggere alcuni punti dell’Evangelium Vitae di San Giovanni Paolo II laddove, con sguardo estremamente profetico, il Papa intuì l’avvento di una pericolosissima crisi  del senso morale dell’uomo che stava diventando “sempre più incapace di distinguere il bene dal male”, e mise in guardia dall’uso di una terminologia ambigua che mirava a nascondere la gravità di tale atto.

Ho ricercato, nel mio archivio di insegnante, un libro scritto diversi anni fa dai miei alunni di una classe quinta: “Ho voglia di vivere”, impreziosito nella seconda pagina da una dedica di ringraziamento dell’onorevole Olimpia Tarzia e da una lettera dell’Avvocato Antonio Buongiovanni, Presidente del Rotary Club di Cassino. Rileggendo tutte le riflessioni e le poesie sulla vita composte dai miei piccoli allievi, non ho potuto fare a meno di commuovermi pensando che alcuni di essi ora sono diventati genitori e, spesso, mi hanno mostrato con fierezza ed orgoglio i loro figli. Ho anche colto un pensiero, fra i tanti che erano stati scritti, che m’è parso estremamente bello e significativo pur nella sua semplicità: “ Dopo aver creato il mondo, Dio ha creato la femmina con le forme della femmina e l’uomo con le forme dell’uomo. Se marito e moglie si sposano, dentro la pancia della donna si forma un semino: siamo noi che entriamo nella vita terrena! Quando un bambino sta dentro la pancia, strilla, piange di gioia e non vede l’ora di far parte della vita che gli ha donato Dio. Per farlo nascere serve solo un po’ d’amore!” (Matteo F.).

Credo, davvero, che sia tutto racchiuso in queste righe il segreto della Vita. A tante persone, e alle mamme, basterebbe ascoltare la voce dei bambini per comprendere, per sconfiggere l’indifferenza che ora sovrasta la società del nostro infelice tempo.

Fortunatamente, tra le voci che si alzano in difesa della vita, oggi c’è anche quella di tanti medici impavidi che non temono di gridare al mondo la verità. Tra questi, vogliamo segnalare la schietta testimonianza di un dottore che, da più di un anno, si sta battendo instancabilmente, silenziosamente, per salvare vite umane dal covid, curandole a domicilio con pazienza, competenza e grande generosità.

Così scrive il dottore Francesco Garofoli, del gruppo medico “Terapia Domiciliare C-19”: “Sabato a Roma, Piazza del Popolo per un giorno diventerà Piazza di Ippocrate. Per l’essere Umano più debole, con tutta la forza e le energie solo per Lui. Per Lui e mai contro di Lui.

Ed ancora: “Ho salvato tante Vite Umane, qui da mattina a sera, ogni Santo giorno da più di un anno, da un virus terribile, spietato e veloce, ma soprattutto da “protocolli” assurdi e non degni della Medicina dei nostri tempi, e da comportamenti terapeutici e gestionali erronei. Ma vorrei essere lì, in ogni Ospedale, dove si dovrebbe proteggere la Vita Umana innocente, per proteggere quei bambini, detti “feti”, da una legge ignobile che permette la orribile soppressione di bambini innocenti entro i loro primi tre mesi di Vita intrauterina, in assenza di validi motivi di salute e solo perché nei fatti “non voluti dalla gestante”. O nelle abitazioni dove viene usata l’orribile Ru486. O tra le bambine che hanno orribilmente accesso alla EllaOne senza valutazione e prescrizione medica. Non aver potuto salvare neanche uno di questi milioni di bambini innocenti in questo Paese nella strage legalizzata più vigliacca di sempre, è un mio atroce fallimento di uomo e di medico nei confronti della gratuita e peggiore malvagità umana agli orribili danni degli esseri Umani più deboli, innocenti ed indifesi di tutti”.

Sono questi i Medici che onorano e rispettano la Legge di Dio: essi operano nella fedeltà del giuramento ad Ippocrate, non cedono alle pressioni né ai dettami talvolta crudeli delle istituzioni ed hanno il coraggio di annunciare e difendere la Vita sempre, contro la deriva di una società da tempo avvezza ad idolatrare la cultura della morte.

Quella di sabato sarà allora per tutti, credenti e non credenti, una battaglia in difesa della Vita, ma per i cattolici – come ha affermato suor Deirdre Byrne (una religiosa già chirurgo e colonnello in pensione dell’esercito degli Stati Uniti d’America) – sarà anche una battaglia “tra il  diavolo e Nostro Signore”, una lotta tra il bene e il male, ove “Dio è al comando ed è molto più grande del diavolo”.

Un invito per tutti ad essere lì, presenti nella battaglia con le armi della preghiera e nel cuore la fede in un Dio che ha già sconfitto la morte.

Intanto domani, sabato 8 maggio, si terrà la tre ore regionale di preghiera per l’abrogazione referendaria della legge 194 che si svolgerà di fronte a 14 ospedali in altrettante città e regioni.

Si tratta, segnatamente di: Torino (S. Anna, via Ventimiglia 3, entrata PS, h 9), Genova (Villa Scassi, h 9), Milano (Niguarda, h 10), Vicenza (S. Bortolo, h 14), Trieste (Burlo Garofolo, 1-5, h 10,30), Firenze (Careggi, h 9), Macerata (Civile, h 15), Perugia (Silvestrini, h 15), Pescara (S. Spirito, h 9), Roma (S. Giovanni-Addolorata, via Amba Aradam, angolo via Laterani h 15), Napoli (S. Paolo, h 10), Foggia (Riuniti, h 15), Catania (Garibaldi Nesima, h 9), Cagliari (Brotzu, h 15).

 

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