Auguri controcorrente a tutte le mamme

Auguri controcorrente che certamente daranno fastidio a chi vuole la mamma come una donna chiusa in casa a cucinare, lavare i piatti, affaccendata e, possibilmente, in silenzio!

Di Enzo Vitale

Oggi è la Festa della Mamma. Non scrivo perché ho voglia di scrivere. Anzi, avrei motivo per evitare di farlo dato che non vedrò la mia mamma perché siamo distanti, nonostante il desiderio di abbracciarla per dirle quanto la ami sia grande.

Ma ciò che mi spinge a farlo è stata la condivisione di un messaggio, da parte di una mamma “non a tempo pieno”, come direbbe qualcuno, a cui è giunto un augurio assai maldestro da parte di chi pensava di farle gli auguri, mentre non ha fatto altro che, usando le parole di chi ha commentato quell’augurio, palesato ancora una volta un modo di fare discriminatorio favorendo una cultura patriarcale che regna sovrana.

E allora, mi sento invogliato a dire qualcosa che per me è importante, ma lo è certamente per tutte quelle donne che madri lo sono pienamente contribuendo a rendere il mondo assai più bello grazie al loro “genio femminile”.

Sono convinto che una donna, nell’esercizio della propria maternità, si realizza integralmente. Questo lo metto a cappello con una precisazione: non si tratta di mettere al mondo un figlio per esser madre, ma è necessario vivere quel seme presente nel cuore di ogni donna e che attende solo di sbocciare: l’accoglienza.

Conosco suore che sono splendidamente materne sebbene non abbiano mai, fisicamente partorito, eppure, in loro è germogliata quell’accoglienza di cui solo una donna è capace: conosco, ahimè, anche suore che sono e restano acide perché negando e mortificando i tratti della loro femminilità, non saranno mai, neanche, pienamente donne (purtroppo!).

Conosco donne che sono impegnate nel mondo del lavoro con grande successo, per le quali il riconoscer loro le “quote rosa” altro non è che offendere la loro brillante intelligenza che si rivela sempre assieme all’eleganza di un pensiero fine e assai profondo. Queste donne sono esemplari nell’ambito professionale eppure riescono, nonostante tutto, a portare avanti famiglie con tre, quattro, cinque e più figli: non chiedetemi come facciano, ma ci riescono alla grande!

Conosco donne che non lavorano, se non nel chiuso delle loro case, pienamente prese dal loro esser casalinghe a tempo pieno: tra queste c’è la mia amata mamma.

Eppure, di nessuna di queste semplici e sbrigative categorie mi verrebbe da dire che una sia migliore dell’altra.

Tutte splendidamente mamme, tutte pienamente donne, tutte cariche di quella intelligenza emotiva che noi uomini non abbiamo (probabilmente perché parte di quella “zampetta” che manca al nostro gene “Y”).

Eppure, mentre viviamo giorni in cui si combatte con una pseudo cultura che vuole, ad ogni costo, farci pensare che l’esser donna con il conseguente, possibile, fatto di diventar madri, sia un limite, c’è ancora chi ha il coraggio di mandare in giro biglietti di auguri sottolineando che la primazia è di quelle mamme che passano la vita nel chiuso delle loro case esclusivamente nel preparare da mangiare, badare alla casa ed educando i figli… e magari il tutto in silenzio!

Non ci credete? Beh, ricredetevi!
Il mostro della discriminazione è molto più attivo e presente di quanto noi possiamo immaginare.

Solo Dio può dire quanta ricchezza ne avrebbe il mondo del lavoro se alle donne fosse dato molto più spazio. Eppure, anche tra gli uomini di Chiesa – triste ma è così! – c’è ancora chi crede di poter indicare un modello di donna che deve starsene chiusa in casa.

Probabilmente – permettetemi la divagazione – questi “uomini” vivono un complesso di inferiorità nel riconoscere nell’altra metà del cielo quella parte di cervello che gli manca.
Ebbene, tanti auguri Mamma!

Che tu possa esser felice, godere degli anni che il Signore ti ha donato avendo sempre come modello la Vergine Maria che, nonostante abbia vissuto in un tempo e in una società in cui le donne non valevano nulla, fu capace di attrarre a sé i discepoli del Suo Figlio radunandoli quando tutti erano dispersi, mostrando a noi, sin dall’inizio dell’era cristiana, che una Donna può anche essere brillantemente leader perché in Lei noi cogliamo il porto di sicura speranza.

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