L’urgenza di una adeguata preparazione al ruolo del catechista

CATECHISTI, TUTTE LE NOVITA’ DEL NUOVO MINISTERO VOLUTO DA PAPA FRANCESCO

Di Umberto Spiniello

Con la Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio “Antiquum ministerium”, Papa Francsco istituisce il tanto atteso ministero di Catechista.

Ricordiamo che un ministero è un servizio per la Chiesa che viene svolto da un fedele. Nella Chiesa cattolica esistono vari ministeri “ordinati”, come quelli che appartengono al sacramento dell’Ordine: l’episcopato, il presbiterato e il diaconato. Inoltre esistono ministeri “istituiti”: l’accolitato, il lettorato e da oggi il catechista.

La funzione peculiare svolta dal Catechista, evidenzia il Papa nel Motu Proprio, «si specifica all’interno di altri servizi presenti nella comunità cristiana. Il Catechista, infatti, è chiamato in primo luogo a esprimere la sua competenza nel servizio pastorale della trasmissione della fede che si sviluppa nelle sue diverse tappe».

Come ha ricordato lo stesso Papa Francesco «è necessario riconoscere la presenza di laici e laiche che in forza del proprio battesimo si sentono chiamati a collaborare nel servizio della catechesi. Lo Spirito chiama anche oggi uomini e donne perché si mettano in cammino per andare incontro ai tanti che attendono di conoscere la bellezza, la bontà e la verità della fede cristiana».

Questa nuova istituzione era attesa da tempo, già Giovanni Paolo II denunciava l’urgenza di una adeguata preparazione al ruolo del catechista, dal primo annuncio che introduce al kerygma, all’istruzione che rende consapevoli della vita nuova in Cristo e prepara in particolare ai sacramenti dell’iniziazione cristiana, oggi il motu proprio estende il ministero fino all’accompagnamento nell’età adulta in quella che il catechismo definisce “iniziazione cristiana per adulti” e «fino alla formazione permanente che consente ad ogni battezzato di essere sempre pronto “a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza” (1 Pt 3,15).

Papa Francesco delinea anche le caratteristiche di chi risponde alla chiamata per svolgere questo ministero. «Il Catechista, chiarisce il Papa, è nello stesso tempo testimone della fede, maestro e mistagogo, accompagnatore e pedagogo che istruisce a nome della Chiesa».

Il ministero del catechista, secondo il Papa, «possiede una forte valenza vocazionale che richiede il dovuto discernimento da parte del Vescovo. E si evidenzia con il Rito di istituzione. Esso, infatti, è un servizio stabile reso alla Chiesa locale secondo le esigenze pastorali individuate dall’Ordinario del luogo. Ma svolto in maniera laicale come richiesto dalla natura stessa del ministero».

Il pontefice spiega anche quali devono essere le peculiarità del catechista, una sorta di “prerequisiti”. «È bene che al ministero istituito di Catechista siano chiamati uomini e donne di profonda fede e maturità umana, che abbiano un’attiva partecipazione alla vita della comunità cristiana, che siano capaci di accoglienza, generosità e vita di comunione fraterna».

Risulta evidente che non tutti potranno svolgere questo ministero, in quanto i vescovi sono tenuti ad individuare e nominare i catechisti, non più su parametri soggettivi ma nel rispetto di queste nuove direttive vincolati per i pastori. Almeno in linea teorica si tenta di arginare le derive teologiche, la scarsa formazione esegetica e l’ignoranza liturgica che ad oggi si riscontra in una larga parte dei catechisti operanti nella Chiesa, che pur svolgono questo servizio con amore, ma supportati esclusivamente dalla buona volontà e non da una concreta formazione.

Ancora: «che ricevano la dovuta formazione biblica, teologica, pastorale e pedagogica per essere comunicatori attenti della verità della fede, e che abbiano già maturato una previa esperienza di catechesi (cfr CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Christus Dominus, 14; CIC can. 231 §1; CCEO can. 409 §1). È richiesto che siano fedeli collaboratori dei presbiteri e dei diaconi, disponibili a esercitare il ministero dove fosse necessario, e animati da vero entusiasmo apostolico». Inoltre sarà previsto, come ogni ministero nella Chiesa, un rito per introdurre il nuovo catechista al suo servizio ministeriale, pertanto, conclude il Papa, «La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti provvederà entro breve tempo a pubblicare il Rito di Istituzione del ministero laicale di Catechista».

Molto interessante l’intervento di Mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, che ha parlato nella conferenza stampa di presentazione del Motu Proprio: «È indubbio che l’istituzione di questo ministero, unitamente a quello dell’accolitato e del lettorato, permetterà di avere un laicato maggiormente formato e preparato nella trasmissione della fede. Non ci si improvvisa catechisti, perché l’impegno di trasmettere la fede, oltre alla conoscenza dei contenuti, richiede il prioritario incontro personale con il Signore».

«Il catechista – ha poi sottolineato più volte Francesco – non è un maestro o un professore che pensa di svolgere una lezione. La catechesi non è una lezione; la catechesi è la comunicazione di un’esperienza e la testimonianza di una fede che accende i cuori, perché immette il desiderio di incontrare Cristo. Questo annuncio in vari modi e con differenti linguaggi è sempre il primo che il catechista è chiamato a realizzare».

 

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