Shemà. Commento al Vangelo del 19 maggio della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: Gv 17, 11-19

mercoledì 19 maggio 2021

Oggi continuiamo ad ascoltare la preghiera di Gesù per noi, meditando le parole che Lui rivolge al Padre. La prima richiesta che Gesù fa al Padre è che tutti coloro che credono in Lui siano custoditi nel nome del Padre, custoditi dal Maligno e consacrati nella verità. Per ogni richiesta, lo notiamo dalla costruzione del testo, Gesù esprime una motivazione, che è anche un fine, qualificando così la sua richiesta con una motivazione più profonda che la giustifica: vediamo insieme questa struttura, per capire meglio cosa ci comunicano oggi queste parole, quale preghiera accogliamo oggi da Gesù, per noi, quale dono spirituale possiamo accogliere in questo giorno, così vicino alla festa della Pentecoste.
La prima richiesta: Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, ha come motivazione le parole che seguono immediatamente: perché siano una sola cosa, come noi.
La seconda richiesta: che tu (Padre) li custodisca dal Maligno ha per motivazione e fine la frase che precede questa richiesta: perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia.
La terza richiesta al Padre di Gesù è Consacrali nella verità richiesta che ha come motivazione e scopo: per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità.
Tre allora i desideri di Gesù per noi oggi: essere una cosa sola con Lui, come Lui lo è col Padre, avere in noi la pienezza della gioia, che è la gioia di vivere questa comunione con Dio, senza compromessi col mondo e col Maligno, ed infine essere consacrati nella verità.
Mi piacerebbe approfondire meglio insieme a voi, in questi pochi minuti, proprio quest’ultimo desiderio di Gesù, anche perché è poi quello più complesso: cosa significa essere consacrati nella verità. Nella Bibbia “consacrare” significa “rendere sacro” e il “sacro” è tutto ciò che è separato dalla sfera dell’ordinario, quindi tutto ciò che appartiene a Dio e perciò riservato al culto. Ora, Gesù afferma che egli consacra se stesso affinché noi siamo consacrati nella verità, anzi, per rendere meglio ciò che il testo greco esprime, dovremmo dire piuttosto che Gesù dice di auto-consacrarsi in favore dei suoi discepoli, perché nel testo è utilizzata la preposizione upér, che significa, appunto “in favore di, a vantaggio di..“. E’ in forza di questa consacrazione di Cristo in favore dei discepoli, che questi possono essere consacrati nella verità. C’è quindi un dinamismo specifico in questa consacrazione di cui parla Gesù: mentre Lui si consacra a favore dei discepoli, i discepoli vengono consacrati nella verità. In tutto il Vangelo secondo Giovanni, quando si parla di verità (alétheia), non si parla mai di un concetto metafisico o razionale, ma sempre di una realtà concreta, di cui si può fare esperienza. Per questo qui Gesù chiede al Padre: Consacrali nella verità. La tua parola è verità. La parola che Dio pronuncia è verità perché è parola che si fa concretezza, perché rende possibile l’esistenza, infatti Dio crea con la Sua parola. La verità, allora, è Cristo, che compie, offrendo se stesso per amore, ogni parola che esce dalla bocca di Dio, perché Dio è Amore. Essere consacrati nella verità significa, allora, essere santificati in Cristo, per diventare anche noi, con Cristo, proprietà di Dio, Vangelo vivente nel mondo, testimone di un amore che immerge nella grazia santificatrice della Pasqua, per mezzo dello Spirito Santo. Chiediamo oggi allo Spirito Santo che ci faccia davvero meditare in profondità questa preghiera di Gesù e che, per le parole di Gesù, il nostro cuore venga acceso di passione per la verità, che è Cristo. Che davvero questa preghiera ci porti a chiedere anche noi ciò che Gesù ha chiesto per noi al Padre: l’unità in Dio, la gioia piena in Lui e la testimonianza del Suo Vangelo, nel mondo. Buona giornata!

Gv 17, 11-19

In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]«Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

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