La dittatura gender avanza: giocattoli, libri, film e persino un indice di inclusività Lgbt per le Chiese

I CATTOLICI SI ORGANIZZINO PER DIFENDERE I LORO VALORI!

Di Emanuela Maccarrone

Una serie di prodotti arcobaleno si sta immettendo nel mercato a sostegno dell’ideologia lgbt.

La famiglia Potato Head del marchio Hasbro ha raffigurato coppie gay e lesbiche sulla scatola del prodotto, i set dei personaggi sono sessualmente neutri dal punto di vista del genere, per appoggiare l’idea della maggiore inclusività. Le immagini proposte dalla Hasbro ritraggono le famiglie sulla confezione con due papà e due mamme, insieme a una coppia eterosessuale.

Anche la Lego ha manifestato il suo sostegno all’inclusività gender. Il marchio di giocattoli scandinavo ha prodotto un set a tema LGBTQ chiamato ‘EveryoneIs Awesome‘ e sarà in vendita il 1° giugno,  giorno dedicato al Pride omosessualista. Al posto degli individui o delle relazioni transgender, la Lego ha pensato di esporre gli 11 colori della bandiera del Pride come gesto simbolico di sostegno alla comunità LGBTQ.

La ‘transizione’ che ha colpito i balocchi non ha risparmiato le fiabe. Una serie intitolata ‘Prince and Knight’ ha come protagonisti due uomini che si tengono per mano, si baciano e si promettono amore eterno. Inoltre secondo Publisher’s Weekly già da questa primavera sono usciti dei libri LGBT per bambini e adolescenti.

A quanto pare, il mondo sta adottando la teoria dell’inclusività gender accettando tutto ciò che è ‘queer’, ossia proiettato verso una società progressista arcobaleno, e il rifiuto di tutto ciò che è ‘cristiano’ poiché legato al passato, alle tradizioni e a una mentalità che, secondo i fautori dell’ideologia “arcobaleno”, è da superare.

Ma questo ‘mutamento’ sociale ha colpito anche le Chiese e non soltanto i pastori che hanno abbracciato l’inclusività gender. Facciamo riferimento all’introduzione del primo “Rainbow Index of Churches in Europe in 2020” (RICE 2020), elaborato dal Forum europeo dei gruppi cristiani LGBT, ossia di un indice che classifica i gruppi di chiese cristiane per la loro “inclusività LGBT”. L’indice è stato sviluppato  in collaborazione con l’Università Teologica protestante di Amsterdam (Paesi Bassi), ed è stato presentato presso la Chiesa del Nazareno a Vlaardingen (Paesi Bassi). L’indice sarà mostrato a Victor Madrigal-Borloz, presunto esperto indipendente di violenza e discriminazione delle Nazioni Unite.

Tra i 47 indicatori utilizzati per classificare le Chiese, si legge “la Bibbia non viene utilizzata come strumento normativo per definire i ruoli di genere e non viene interpretata come una condanna delle persone LGBTI o dei desideri, delle sessualità e delle identità vissute dagli LGBTI” oppure “la chiesa officia i ‘matrimoni tra persone dello stesso sesso’ e/o tiene una cerimonia di benedizione per le coppie dello stesso sesso”. Altri indicatori rilevano se “la chiesa sostiene l’adozione e l’educazione dei bambini da parte delle coppie LGBTI” o se “il linguaggio liturgico nei libri di preghiera o di culto è sensibile alle questioni di genere e all’orientamento sessuale”.

Mentre  questa ‘transizione’ sociale è giustificata con la scusante di voler contrastare le discriminazioni e, quindi, di voler creare una società “lgbt inclusive”, sono molte le lamentele non solo dei consumatori, come è accaduto con il prodotto della Hasbro, ma soprattutto delle famiglie naturali.

In Ontario, molti genitori cattolici si uniranno per protestare contro le bandiere gay del ‘Pride’ che saranno innalzate in molte scuole cattoliche a partire da domani, per celebrare il ‘mese dell’orgoglio omosessuale’.

Qualcosa si muove. Ma è ancora troppo poco! I cattolici di tutto il mondo, a cominciare dai vertici della Chiesa, si organizzino per difendere i valori perenni di Nostro Signore Gesù Cristo!

 

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