Scopriamo uno dei monumenti più visitati di Roma

LA CAPPELLA DEL SACRO CUORE NELLA CHIESA DEL SANTISSIMO NOME DI GESU’ A LARGO ARGENTINA

Di Paola Liberotti

Nell’Anno Ignaziano non si può non ricordare la splendida Chiesa del Gesù a Roma, il cui nome completo è del Santissimo Nome di Gesù all’Argentina: si tratta della Chiesa madre della Compagnia di Gesù; dove si trova la tomba del suo Fondatore, Sant’Ignazio di Loyola.

La sua singolare ricchezza artistica la rende memorabile nella storia dell’arte: infatti è uno dei monumenti più visitati di Roma e rappresenta inoltre il modello a cui si sono ispirati artisti e architetti in tutto il mondo.

Al primo sguardo si rimane letteralmente “abbagliati”, specialmente nelle giornate più limpide, dalla monumentale facciata di Giacomo Della Porta, che domina dall’alto l’omonima piazza. La magnifica cupola, sempre del Della Porta, ha un tamburo ottagonale.

L’interno, a croce latina, ha una vasta navata, dalla luminosissima volta con il Trionfo del Nome di Gesù: un grandioso e movimentato affresco eseguito con straordinario effetto di prospettiva aerea da Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccia, che ha affrescato anche la cupola con Patriarchi e Dottori della Chiesa. Nella tribuna si può ammirare, sempre del Baciccia, la Gloria del mistico Agnello. Sull’altare maggiore campeggia una pala ottocentesca raffigurante la Circoncisione, di Alessandro Capalti.

Ai lati si aprono sei cappelle, talmente ricche di opere di autori di rilievo che è impossibile citarle tutte: ricordiamo, in particolare, la Cappella di Sant’Andrea con il Martirio Del Santo, opera di Ciampelli; la Cappella della Passione con la Salita al Calvario e Crocefissione di Celio; la Cappella degli Angeli, dove la pala d’altare rappresenta Sette Arcangeli in Adorazione della Santissima Trinità di Federico Zuccari; e poi la Cappella della Santissima Trinità con l’Adorazione dalla Santissima Trinità dai Santi di Francesco Bassano; la Cappella della Sacra Famiglia con la pala d’altare opera di Giovanni Gagliardi. Infine, la Cappella di San Francesco Borgia, con la pala dell’altare in cui appare il Santo in estasi davanti all’Ostia consacrata che un Angelo gli indica, di Andrea Pozzo. E naturalmente si segnala, nel transetto di sinistra, la celebre Cappella di Sant’Ignazio di Loyola (sepolto sotto l’altare), magnifica opera ancora una volta di Andrea Pozzo. In quello di destra, invece, si ammira il bellissimo altare di San Francesco Saverio, di Pietro da Cortona.

A sinistra della tribuna, infine, si trova la Cappella dedicata alla Madonna della strada, mentre, a destra, ecco la piccola Cappella del Sacro Cuore, di cui desideriamo occuparci in particolare…

Ecco la sua storia: nel XVI secolo, su commissione di Francesco Borgia (terzo preposito generale della Compagnia di Gesù, poi proclamato santo), si iniziano i lavori di costruzione di una Cappella sul lato destro del transetto. Nel 1599 viene terminata dal Della Porta, e dedicata inizialmente a San Francesco d’Assisi, di cui il committente portava il nome e per il quale nutriva una profonda devozione. Nel 1920 però, al posto della pala d’altare raffigurante San Francesco che riceve le stimmate e due tele con Santa Chiara e Santa Elisabetta d’Ungheria che la fiancheggiavano, viene situato l’ovale del Sacro Cuore di Gesù di Pompeo Batoni: si tratta del primo dipinto realizzato in Italia dopo le apparizioni a Santa Margherita Maria Alacoque. In origine, l’opera era stata collocata sull’altare della Cappella dedicata a San Francesco Saverio.

La pianta della Cappella è circolare; nella volta, intervallati da teste di cherubini, sono raffigurati i quattro Evangelisti e quattro Dottori della Chiesa: i Santi Ambrogio, Agostino, Girolamo e Gregorio Magno, opera di Baldassarre Croce.

L’altare è fiancheggiato da due colonne di marmo africano; nella spezzatura del timpano due Angeli sostengono il monogramma del Santissimo Nome di Gesù. Il ciborio è rivestito di marmo rosso greco intarsiato in pietre dure; ai lati, due statue di bronzo di Santa Margherita Maria Alacoque e San Claudio La Colombière, primo confidente della Santa veggente; il paliotto, in malachite con fascia in rosso e bassorilievo d’argento, riproduce l’apparizione del Sacro Cuore.

Ma ora veniamo finalmente all’autore della più famosa immagine del Sacro Cuore di Gesù, riprodotta in tutto il mondo: l’artista Pompeo Batoni (1708-1787).

Nasce a Lucca nel 1708; suo padre è un abile orafo e impone al figlio il mestiere di famiglia. Il giovane ben presto si distingue per la sua abilità nella decorazione e cesellatura dei metalli preziosi, ma all’età di diciannove anni Pompeo abbandona il laboratorio del padre per andare a studiare pittura a Roma. Nella Città Eterna il giovane pittore è affascinato dalle antiche sculture in Vaticano e dagli affreschi di Raffaello e Annibale Carracci.

Nel 1760 Batoni realizzò su rame l’immagine del Sacro Cuore di Gesù, che fu posta nella Cappella suddetta e ne prese il nome. Quest’opera d’arte è diventata “l’icona ufficiale” per la devozione popolare al Sacro Cuore.

L’artista si è ispirato alle visioni della santa monaca francese Margherita Maria Alacoque (1647-1690). Nella prima apparizione avvenuta nel 1673 nel monastero di Paray-Le-Monial, nel giorno della festa di San Giovanni Evangelista, mentre si trovava davanti al Santissimo Sacramento, ella racconta che “Il Divino Cuore mi fu presentato come in un trono di fiamme, più sfolgorante di un sole e trasparente come un cristallo, con la piaga adorabile; esso era circondato da una corona di spine e sormontato da una Croce”.

Batoni ha rappresentato Cristo vestito di una tunica rossa (colore del sangue, del martirio e dell’umanità) e un manto blu (colore del cielo e del divino), giovane e bello, con lunghi capelli inanellati sulle spalle. Il Suo Volto è contornato da una breve barba, mentre con la mano destra indica il proprio Cuore irraggiato dalle fiamme, e incoronato da una corona di spine: sulla sommità si vede una Croce. Il racconto di Santa Margherita Maria continua, ella riferisce le parole che Gesù le ha detto: “Il mio Divino Cuore è tanto appassionato d’amore per gli uomini e per te in particolare, che, non potendo più contenere in se stesso le fiamme del suo ardente Amore, sente il bisogno di diffonderle per mezzo tuo e di manifestarsi agli uomini per arricchirli dei preziosi tesori […]”.

L’abilità dell’artista risalta nello sguardo di Cristo che penetra l’osservatore: la Sua mano destra è un invito per chi guarda a posare il suo capo sul petto di Gesù, come già fece l’apostolo Giovanni, e come ha fatto Santa Margherita Maria. La monaca dona prontamente il proprio cuore per essere contagiato dalla passione di Dio per l’umanità.

La Tradizione della Chiesa invita a recitare nel mese di giugno – dedicato appunto al Sacro Cuore di Gesù – tra le altre preghiere, anche la seguente breve giaculatoria: “Gesù, mite e umile di cuore, fa’ il cuore mio simile al Tuo!”.

* Legio Mariae – Roma

 

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